Questo matrimonio con Piazza Monumento “sa’ da fare”.  Però, la Piazza… non funziona!
Il progetto Termoli Futura esposto in P.zza Monumento
Il progetto Termoli Futura esposto in P.zza Monumento
TERMOLI – “…Tavelarille ‘nzaccáte ‘ssotttu mure ch’i’ pemmadore sicche e i trejezzóle …corse de bececlétte de Battiste… precessiòne de S. Bassele ‘u cinque  aguste…  e ‘u Derètte, ch’a mézzanòtte, passáve  ‘mbrejáche cu’ trajine…”  Addio!
Scusate, ma quando ripenso al passato, vorrei che non cambiasse niente, che tutto rimanesse sotto una teca di cristallo a proteggere  il paese da ogni cambiamento. Ma il progresso, insieme con la politica,  vanno avanti e richiedono vittime, a volte illustri.
Il Corso e la Piazza si fonderanno ad uno stesso livello. E questa volta non solo “le vetrine” dei negozi saranno sostituite, ma cambierà proprio il tessuto urbano, quello che gli inglesi chiamano “landscape”, la sua essenza estetico-sociale. Una vera rivoluzione urbana! Sono interventi molto significativi ed importanti che danno ad un ambiente una nuova veste e comportano cambiamenti epocali. Definitivi! E’ una ristrutturazione molto complessa, difficile, perché pone l’accento su una serie di problemi che muovono e ne sollecitano altri; creano nuove prospettive che, una volta cambiate, non è più possibile ripristinare. Mi riferisco alla nuova pavimentazione, al nuovo verde, agli approvvigionamenti delle attività commerciali, alla sosta delle auto. In una parola: al nuovo “ambiente urbano” che si verrà a formare.

E’ stato pensato “bene”  tutto questo? O ci si è fatti prendere, ancora una volta, dall’ansia del “cambiamento a tutti i costi” pur di lasciare la propria impronta, meramente politica, trasformando il paese in uno più moderno ma meno funzionale? Si è sempre discusso se “forma e funzione” possano  conciliarsi. Mai, come in quest’occasione, è indispensabile che questo avvenga!

Piazza Monumento ... una piazza d'altri tempi (Foto tratta da Humanitas)
Piazza Monumento … una piazza d’altri tempi (Foto tratta da Humanitas)
L’impianto generale del Corso è stato progettato in modo schematico e razionale.  E’ stata creata una soluzione urbana che suggerisce e accentua indubbiamente il passeggio e la sosta  tenendo presente, naturalmente, il superamento delle cosiddette barriere architettoniche: i  due ex marciapiedi, portati ad un unico livello, sono stati evidenziati con materiali diversi in modo da richiamare la loro vecchia funzione rispetto alla zona centrale che prima definiva la parte riservata alle auto. In corrispondenza dei negozi è stata posta una zona di rispetto che delimita il calibro stradale. Gli alberi, i tavolini e le sedie: una buona soluzione, un “salotto” per sostare o compiere le fatidiche cinque, sei vasche serali.

Dove il progetto “non funziona” è proprio nella Piazza.
Perfettamente squadrata, meritava una composizione più attenta alla geometria dello spazio. Risulta, invece, densa di episodi che creano confusione: percorsi “pedonali” trasversali, giochi d’acqua colorata accompagnati da musica, qualche aiuola… spelacchiata. Oseremmo dire “troppo civettuola” per l’utilizzo di uno spazio così limitato! Sarebbe bastata una “significativa” pavimentazione che evidenziasse il monumento centrale e costituisse un unica fusione, omogenea col corso, con una vera e propria continuità anche nei materiali: un  “unicum” Corso-Piazza!

D’altra parte, è dedicata ai caduti in guerra. Non può avere il significato della Piazza delle Erbe di Verona ma deve essere significativa  (mi si consenta il paragone) come quella del Campidoglio a Roma progettata da Michelangelo, dove, la composizione delle forme pseudo ellittico-stellari della pavimentazione convergono verso il monumento equestre di Marco Aurelio; o Piazza del Duomo a Milano che, tra il monumento a Vittorio Emanuele II e il sagrato del Duomo, si limita ad un semplice ma significativo landscape, eseguito con lastre di calcare e basalto bianco e grigio.  E ne potremmo citare altre nelle quali è il disegno della pavimentazione la parte essenziale.

Piazza Sant'Antonio ... una piazza d'altri tempi (Foto tratta da Humanitas)Le risorse, per tutti gli altri suddetti frivoli interventi, potrebbero essere utilizzate per ripristinare la vecchia Villa Comunale e riproporre, finalmente, dei giardini nel centro del Paese al posto di quell’ineffabile, inutile e inanimato Piano di S. Antonio che, negli anni ’50, una politica ottusa, frettolosa e inopinatamente progressista, decise di cancellare.  Un polmone di verde ubicato in una posizione unica ed insostituibile!  Si eviterebbe anche di recarsi in macchina alla Nuova Villa alla periferia del paese, in contrada Molinello:  i due spazi, sistemati a verde attrezzato, si  sarebbero potuti utilizzare a pieno, con delle specificità diverse.
Ma il tempo scrive nuove storie, con vecchie canzoni: “…Là dove c’era l’erba ora c’è una città…” direbbe il buon Celentano. E’ la cruda verità!
L’intervento di “pedonalizzazione” comporterà, inoltre, l’eliminazione di tutti i posti macchina (sic!).
Cosa fare? Una soluzione, anche se più complessa, ci sarebbe. Come si è fatto già col Pozzo Dolce, si potrebbe coinvolgere, finalmente, lo spazio sottostante Piazza S. Antonio, realizzando un enorme parcheggio interrato a due, tre piani. al di sopra del quale ripristinare, finalmente, la vecchia Villa Comunale: unico polmone di verde a diretto contatto con Nuovo”  Corso Nazionale.

Mi tornano alla mente i versi che concludevano una delle mie prime poesie in vernacolo dedicate al Corso “…E ‘lli tavelarille! ‘A bbasuláte? / ’A bbande cu’ curte’ da’ precessiòne? / Da jire a ‘hoje come si’ cagnáte! / Ma du Pajèse si’ sempre tu ‘u PADRONE!

Articolo precedenteEsplosione all’Eurospin di Campomarino Lido. Ordigno posto all’ingresso danneggia struttura
Articolo successivoCaso Sorgenia, Venittelli replica a Di Brino: non si senta ossessionato da me

10 Commenti

  1. non cambierete mai.
    .. se il progetto avesse previsto ““significativa” pavimentazione che evidenziasse il monumento centrale e costituisse un unica fusione, omogenea col corso” avreste detto che era monotono, banale, ecc.. Vivete della sindrome del … piccolo” nei confronti di San Salvo-Vasto. Volete spostare la stazione dei treni fuori città e portare le auto in centro. Ma scusate, sarebbe più logico spostare i peschereggi e allargare il porto turistico, visto che offrite prodotti e servizi più cari di quelli offerti a Verona in piazza dell erbe.

  2. Per l’arch. Metere
    Non ci conosciamo, almeno di persona.Comunque mi farebbe piacere poterlo fare visto che, almeno, parliamo la stessa lingua; con buona pace di chi ci governa in nome di una presunta “termolesità”.

  3. Abbiamo i soldi
    Il suo amore per Termoli dovrebbe avere più considerazione Architetto. ” Abbiamo i soldi, dobbiamo spenderli altrimenti perdiamo il finanziamento “. Questa e’ la frase ricorrente dei nostri amministratori. Un progetto così importante affidato ad un solo giovane Architetto, senza un confronto e la collaborazione di colleghi più esperti. Di Giandomenico aveva indetto un concorso di idee per la riqualificazione, che fine hanno fatto quei progetti? È poi dei parcheggi solo ipotesi. Pozzo dolce, Piazza V. Veneto solo promesse.

  4. un grazie a chi avendo vedute più ampie finalmente vede che il mondo è cambiato e termoli deve abbandonare le sembianze del piccolo borgo di pescatori e assumere l’aspetto di una bella cittadina più comoda e vivibile di altre vicine.

  5. riqualificazione
    Sempre i soliti problemi…e i parcheggi??? SI RIESCONO A FARE LE SOLITE 6 O 7 O 8 VASCHE per passeggiare per il Corso,ma non si può fare qualche centinaio di metri per lasciare l’auto dalla Madonnina in su…si risparmierebbe tanta benzina e l’aria al Centro sarebbe migliore a forza di girare per trovare un posto e magari trovare una bella multa per aver parcheggiato come non si dovrebbe.Ben venga il nuovo Corso e anch’io rivedrei con grande gioia la Villa in P.za S.Antonio….ci abitavo sopra da bambino e vi assicuro era un BEL VEDERE….