ROMA _ Si è discusso questa mattina in aula al Senato un ordine del giorno in materia di testamento biologico. Il senatore dell’Idv Giuseppe Astore, intervenendo in assemblea, ha invitato il Governo a dare nuovo impulso alla realizzazione del piano straordinario per la costruzione di hospice nelle Regioni italiane e stigmatizzando l’assenza nel provvedimento di misure a sostegno delle famiglie che ospitano malati gravi e non autosufficienti.

Credo che in Italia si debba fare molto – ha affermato l’esponente dell’Idv – non dimenticando che i primi hospice furono deliberati nel 1998. Fu previsto un piano straordinario che ogni Regione italiana avrebbe dovuto realizzare in concreto, ma che non tutte riescono a portare a compimento per inadempienze di ordine amministrativo che, come al solito, si ripercuotono sul malato.

Nella mia Regione, ad esempio, è stato costruito un hospice che funziona, anche se comunque l’attuale Governo deve portare questo piano a compimento. In considerazione delle precedenti esperienze, non possiamo non stupirci del fatto che insieme a questo disegno di legge non sia stato affrontato anche un problema di grande rilievo: le famiglie. Spesso qualcuno si riempie la bocca della parola “famiglia”, ma noi preferiremmo che questi ammalati rimanessero in famiglia piuttosto che negli hospice. Quale che sia la scelta adottata, è necessario un aiuto forte e sostanziale. Questa era l’occasione per portare avanti una riflessione seria sugli ammalati gravi e sui non autosufficienti”.

Il senatore Astore illustrando poi l’emendamento da lui presentato ha affermato: “Ritengo che la dizione: «tener conto dei princìpi» non costituisca un linguaggio costituzionale. Pertanto abbiamo presentato diverse su questo argomento, ma in particolare abbiamo sottolineato il fatto che la Costituzione si rispetta e si applica. Di conseguenza, non si può semplicemente dire: «tenendo conto dei princìpi di ordine generale». Il senso delle proposte che recano la mia firma è quello di riconoscere alla norma costituzionale il rango che le compete, quello cioè di norma sovraordinata alla quale le altre norme si devono adeguare”.

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