Il M5S chiede un referendum contro il “tunnel”
MeteOraTERMOLI – E’ stato pubblicato online su myNews.iT un articolo nel quale  i signori Sciarretta e Caruso, attivisti del M5S, m’invitano a desistere dal sostenere la costruzione del tunnel. Faccio chiarezza e “rispondo per punti” ai miei due interlocutori, l’uno fotocopia dell’altro.

Queste le contestazioni:
1 – Il Tunnel non genera posti-macchina. No a scale mobili, tapis roulants, ascensori:
–  R. Il tunnel progettato termina “necessariamentein un parcheggio, che a sua volta è servito da una serie di collegamenti verticali (ascensori, scale mobili, tapis roulants) che, oltre ad eliminare le “barriere architettoniche”, portano in centro  che risulta ben collegato con la parte bassa del paese: finalmente!”. Vedasi l’esperienza di Perugia, approvata anche da Sgarbi, tanto…caro ai termolesi.

2 Le teorie di Renzo Piano su tunnel, periferie e car sharing:
–   R. L’intervista di Renzo Piano del gennaio dell’anno scorso l’ho già riportata in un precedente articolo apparso su questa stessa pagina online dal titolo :”Pronto, sono Sbrocca. C’è Renzo Piano?”.  Conosco bene le opere del “grande maestro” dell’architettura e un paio le ho potuto anche visitare. Come si può pensare che uno che ha progettato un aeroporto sul mare a Tokio, che per le sue opere ha avuto una serie di premi a carattere internazionale –  il  “Royal Gold Medal” per l’architettura al RIBA nel 1989, il “Praemium Imperiale” a Tokyo nel 1995, il “Pritzker Architecture Prize” nel 1998 e l’ “AIA Gold Medal” dell’American Institute of Architect nel 2008 – possa fermarsi di fronte al progetto di un tunnel? Nell’intervista, parla di parcheggi , tunnel e macchine affidando la città ai mezzi pubblici, ai taxi, al car sharing.  Infine, rivolgendosi ai politici, conclude : ”(…) l’amministrazione comunale si circondi di giovani, che sono ancora puri, privi di compromessi; di persone che hanno viaggiato tanto, che sanno le lingue e conoscono la cultura degli altri paesi. Solo quando avrà risolto questi problemi potrà pensare a tunnel e  parcheggi distribuiti qua e là nella città”.
CarusoSciarretta
Sciarretta e Caruso
Siete voi  quei giovani di cui parla Piano? Ve lo auguro!
E’ vero. Il vostro movimento è forse l’unica novità nel marasma della politica italiana. A mio avviso, però,  non ha ancora la forza di spiccare il volo nel…firmamento nazionale. Forse le “vostre…5 stelle” sono ancora poche…! Oltre che da un comitato – ancora impreparato ad affrontare consapevolmente i problemi del paese – un giudizio tecnico, un parere ben documentato, obiettivo,  non l’ho ancora sentito su questo tema specifico.
Riguardo alle PERIFERIE, Piano si esprime in modo definitivo e con grande passione e, naturalmente, competenza. Non è inutile ripeterlo: “ (…) la riqualificazione delle aree periferiche si ottiene attraverso la creazione di spazi comuni di sosta e di aggregazione a servizio di tutto il quartiere, collegato, naturalmente, con il resto della città. Questo deve essere il nostro principale obbiettivo del quale, i cittadini del quartiere, dovranno essere i principali protagonisti sia per la progettazione che per la sua realizzazione. Io sono senatorecontinua Piano una carica che lo Stato Italiano mi ha offerto nell’ultima legislatura. Ho messo a disposizione il mio stipendio a favore di sei giovani architetti che ruoteranno ogni anno e che si occuperanno di “come rendere migliori le nostre periferie”, che per me costituiscono la “città del futuro”. E’ qui che si trova l’energia della città. Spesso alla parola “periferia” si associa la parola “degrado”.  Sono queste, viceversa, la vera scommessa del futuro delle nostre città”. Si potrebbe ripetere quest’esperienza dando ai giovani la possibilità d’intervenire, di fare delle proposte operative dopo aver fatto compiere loro un attento studio sul “Tema” specifico”.
       E, infine, così conclude il grande architetto.
 “ Il nostro è un paese di talenti straordinari. Siamo tutti nani in un paese di giganti! Il gigante è    la nostra cultura umanistica, la nostra capacità d’inventare. Bisogna, però,  che le periferie non si debbano allargare a macchia d’olio ma bisogna “ricucirle e fertilizzarle” con delle strutture pubbliche. Bisogna, cioè, costruire sul costruito e non fare nuove case ma ristrutturare le vecchie e gli spazi urbani ad esse connessi. Se si devono costruire edifici pubblici, sale da concerto, teatri, musei, università, queste vanno realizzate in periferia”.
Non c’è chi non veda, che a queste condizioni e, “SOLO A QUESTE CONDIZIONI” non ci sarebbe veramente bisogno di creare nuove vie…e tunnel… e parcheggi…e nuove strade… e nuove case!  Tutto si svolgerebbe nell’ambito della creazione di uno spazio utile e razionale! In centro, si andrebbe solo in particolari eventi, rari che non  creino alcun ingorgo. Ma QUESTE CONDIZIONI “OGGI” NON CI SONO!

3 –Hub, parcheggi con hardware e software open source:
–  R. Solo un’osservazione. Ve la immaginate la signora Carmelina del Paese Vecchio che si deve servire di questi mezzi moderni per andare a trovare la figlia alla Madonna delle Grazie? Ma siamo realisti! Quest’estate, un gruppo di bagnanti che dovevano prendere il pullman alla Stella Marina e che si erano coperti con un ombrellone per il sole cocente, sono stati redarguiti da un vigile che ha intimato loro di chiuderlo altrimenti gli avrebbe fatto una multa…!

4 –Il problema del traffico si vive solo per un mese all’anno. I 4 parcheggi posizionati a “ferro di cavallo” : al porto, al Pozzo Dolce, al cimitero e in Via Campania:
– R. Voi dite che la città ha problemi solo d’estate (che non dura solo un mese ma almeno tre: metà giugno, luglio, agosto e metà settembre!). Il lungomare Cristoforo Colombo per nove mesi all’anno sembra una landa deserta e inutile! Oggi avviene questo!  Ma cosa può succedere domani? Chi può prevedere un’espansione tale che la città sia interessata in ogni sua parte? La nuova ferrovia ad esempio, che voi tanto paventate, che peso e influenza avrà in un  nuovo tessuto urbano?
I quattro parcheggi posizionati a “ferro di cavallo” non riescono a colmare il vuoto lasciato in città da quelle macchine che quest’estate erano piene di multe per divieto di sosta. In special modo in quello di Via Campania – che oltre che aperto per poche ore del giorno, per la sua posizione scomoda e nascosta –  per entrare e uscire…occorre una laurea!

5 – IO HO PAURA DEL VECCHIO (afferma Sciarretta):
– R. Scusate, ma questa non l’ho capita! Posso rispondere semplicemente: “ E…fattene una     ragione!”.

6 – I soldi non ci sono e i project  financing  sono pericolosiI termolesi non lo vogliono:
– R. I soldi stanziati, 5 milioni più 10 finanziati da 2/3 dal project financing bastano per l’operazione. Pagherà il Comune mediante i privati cittadini! Parliamoci chiaro: è tutto qui il problema! Se l’opera è valida, i cittadini dovranno accollarsi quest’onere. Non ci sono chiacchiere! E’ questa, in effetti, la cosa più importante che interessa tutti!

E concludo.
Egregi interlocutori, io non vi conosco. Siete giovani e meritate tutte le considerazioni. Io posso mettere a vostra disposizione solo la mia esperienza. Sono contento che vi interessiate dei problemi del mio paese. Chi non la pensa come voi, non è da considerarsi un nemico: è solo uno che ha idee diverse dalle vostre! Per fortuna, siamo in democrazia! Sono oltre trent’anni che mi  “interesso” di Termoli, che è il paese dove sono nato,  vissuto e “pasciuto” per tanti anni.  Anche se sono lontano, in effetti,  non me ne sono mai andato! Non mi ritengo un esule né tanto meno un emigrante. Milano è una città intelligente, dove ho avuto molte soddisfazioni, sia socialmente che da un punto di vista professionale. Ho svolto la mia professione (che a Termoli mi è stata impedita) in edilizia, urbanistica e da sindacalista nei quadri del SUNIA (il sindacato delle case popolari).  Ho sempre combattuto l’arroganza del potere democristiano.

Dopo l’ultimo scontro violento con l’Amministrazione comunale, ho deciso di andarmene e di non lavorare mai a Termoli. Il contatto col paese l’ho sempre mantenuto mediante i miei libri, le mie opere di poesia, che poi non sono che delle osservazioni, delle storie, delle puntualizzazioni. E non è retorica! Chi mi conosce lo sa. A Termoli non sono mai stato molto popolare perché ho sempre messo in evidenza i difetti e le sue carenze, insieme alle  sue “bellezze naturali”. Che non sono il mare, il cielo e il sole ma, in particolar modo, la sua posizione geografica unica e assoluta tra il mare e la montagna.  Ho sempre detto come la pensavo: questa è storia!

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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.