CAMPOBASSO – Le imposte e tasse locali (regionali e comunali) pagate dai cittadini/contribuenti italiani, tra il 2013 ed il 2015, hanno avuto un aumento di 7 miliardi di euro (il 16,7% in più). In valori assoluti tra Addizionali regionali e comunali IRPEF, IMU, TASI, Tariffa Rifiuti, nel 2015 l’introito per le casse di Regioni e Comuni è di oltre 49 miliardi di euro a fronte dei 42 miliardi di euro pagati nel 2013. E’ quanto emerge da un’analisi della UIL nazionale.

È stato valutato anche il gettito medio pro capite: è riferito ad una famiglia mono reddito (24 mila euro – reddito medio imponibile ai fini delle addizionali IRPEF), con una casa di proprietà (80 mq.), ed un altro immobile (ad esempio una casetta ereditata).
Mediamente, rileva la UIL, nell’ultimo anno la famiglia campione italiana ha pagato di tasse locali 1.969 euro, con un aumento di 308 euro tra il 2013 ed il 2015.
Ed ecco i dati disaggregati riferiti ai capoluoghi molisani, sempre considerando la famiglia campione.

A Campobasso per l’IMU/TASI per immobili diversi dalla prima casa l’esborso medio è stato di 630 euro, a Isernia 753 euro. Per la TASI sulla prime case l’esborso medio è stato di 212 euro a Campobasso e di 204 euro a Isernia.
Il versamento delle Addizionali Regionali IRPEF nel 2015 è stato di 535 euro in entrambi i capoluoghi, il valore più alto d’Italia. Le Addizionali Comunali IRPEF hanno eroso i redditi delle famiglie molisane per 192 euro, anche qui quasi un record nazionale, con un vistoso aumento sull’anno precedente.

Per la Tariffa Rifiuti il costo medio nel 2015 è stato di 263 euro pro capite a Campobasso e di 100 euro in meno a Isernia (una differenza non si sa fino a che punto spiegabile).
“Quando consideriamo il dato relativo alle singole città – commenta Tecla Boccardo, leader della UIL molisana – sono le grandi metropoli a stare in testa alla classifica, ma è allarmante anche il dato riferito al Molise: a Campobasso ogni famiglia l’anno scorso ha sborsato 1.832 euro, 1.845 a Isernia. Il nostro è un territorio debole, le famiglie hanno redditi limitati, gli stessi immobili hanno un valore più modesto che in altri contesti: per questo da noi le tasse locali pesano ancora di più.”

In definitiva, commenta la UIL, se tra il 2013 ed il 2015 a livello nazionale per 10 milioni di contribuenti la pressione fiscale è diminuita grazie agli 80 euro, la stessa cosa non si può dire degli altri 30 milioni di contribuenti, tra cui 10 milioni di lavoratori dipendenti e 15 milioni di pensionati. Infatti per quest’ultimi la pressione fiscale dovuta agli aumenti del fisco locale è aumentata del 18,5% erodendo ulteriormente buste paga e cedolini di pensione.

“Certamente – fa presente la Boccardo – per il 2016 ci saranno alcuni benefici dovuti, soprattutto, all’eliminazione delle tasse sulla prima casa, ma il blocco degli aumenti delle tasse regionali e locali, decisi con l’ultima Legge di Stabilità, non autorizza a “stare sereni”. Primo perché dal blocco sono esclusi gli aumenti della TARI e delle tariffe locali (asili nido, mense scolastiche, rette di ricovero, ecc.), secondo in quanto la Regione alle prese con il piano di rientro dal deficit sanitario potrebbe rivedere al rialzo le aliquote dell’IRPEF Regionale.”
“Inoltre – conclude il Segretario generale della locale UIL – occorre dare “una scossa” alla nostra economia e, per centrare gli obiettivi di finanza pubblica, l’unica via è quella di ridare un po’ di fiato ai salari e alle pensioni attraverso un abbassamento delle tasse già nel 2016. Le Amministrazioni molisane potrebbero fare la propria parte limitando le loro pretese di tasse locali.”
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