Erminia Gatti
TERMOLI _ Il Consiglio tenuto appena due giorni fa, che doveva essere sulla carta un Consiglio pubblico e monotematico si è rivelato un clamoroso bluff della maggioranza: chiuso alla partecipazione degli operatori del settore, dei sindacati, dei vari rappresentanti di categoria, blindato nei numeri e nell’impostazione. Più che monotematico, si dovrebbe dire monocorde. Peccato, si è sprecata una buona occasione di sano confronto tra i soggetti che vivono quotidianamente le difficoltà del comparto ed i rappresentanti del Comune che, per una volta almeno, avrebbero potuto e dovuto tenere una posizione comune per rafforzare le ragioni del Basso Molise.

Avrebbe potuto essere un utile momento di riflessione sulla responsabilità tecniche e politiche di chi ha condotto la sanità molisana sul baratro di un fallimento certificato perfino dal Governo centrale, che certamente non si può dire ostile a quello regionale.

Avrebbe potuto essere un momento propositivo rispetto alle possibili correzioni al Piano di rientro. Un Piano, è utile ricordarlo, che vede fortemente penalizzato il basso Molise, con ingiustificabili disparità di trattamento fra territori (la media dei posti letto disponibili nel distretto di Isernia e Campobasso è doppia rispetto a quella prevista all’esito dei tagli del piano aziendale Asrem). Niente di tutto ciò, purtroppo, è avvenuto. Si è preferito il terreno del puro scontro politico personale, con accenti più da campagna elettorale che da assise tecnica. E una maggioranza sempre più arrogante nella sua forza numerica, ha finito per dimostrare che il confronto è considerato una inutile formalità. Nessuno degli inviti che i consiglieri di minoranza avevano proposto alla Presidenza del Consiglio per la partecipazione al dibattito è stato accolto: parlarsi addosso, per oltre 3 ore, dinnanzi ad un pubblico competente ed esasperato nelle proprie ragioni, a cui è stato impedito di dare un circostanziato contributo, è un errore che si commenta da solo. Abbiamo assistito alla trasformazione del Dott. Montano da Presidente del Consiglio, organo che prassi istituzionale vorrebbe super partes, a relatore di fatto delle ragioni di maggioranza.

La minoranza è stata impossibilitata a rendersi conto della natura ed entità dei tagli che il piano aziendale Asrem prevede nello specifico per la città di Termoli, perché tale piano è un atto interno, a cui un semplice cittadino (o consigliere) non può avere accesso: diversamente dai tanti operatori sanitari che militano nelle fila della maggioranza ed hanno usato parole generose e prudenti per definirlo, nell’Ordine del Giorno che infine è stato da essi stessi votato. Si sarebbe potuto e dovuto fare di più per difendere le ragioni del San Timoteo. Ragioni che non si limitano certo a qualche posto letto in più o in meno: qui è in ballo la strategia sanitaria del prossimo futuro. Una strategia a cui non si può impunemente consentire di tagliare secondo le convenienze elettorali, ma a cui si chiede di essere equa almeno nella distribuzione geografica dei sacrifici che si dovranno affrontare. Ma c’è di più: non si può pensare di chiedere sacrifici solo all’utenza finale, che vede diminuire sempre più drammaticamente quantità (e quindi qualità) dei servizi erogati: i tagli sono una parte del piano di rientro, ma se non si cambia mentalità manageriale nella gestione dei servizi, non sarà certo la sola soppressione dei posti letto a poter garantire i risparmi di spesa di cui la regione deve farsi garante. Cosa ci dice Michele Iorio della delibera con cui impegna circa 40 milioni di euro a favore della Cattolica, in piena vigenza del piano di rientro? E cosa ci dice del mantenimento di una macchina amministrativa sovradimensionata, soprattutto dal punto di vista del livello degli incarichi dirigenziali?

E infine, come giustifica gli aumenti di spesa pro-capite che in un decennio hanno portato il Molise ad essere la prima regione sprecona d’Italia (oltre il 14% della media nazionale) e cha hanno visto salire il tetto di spesa dal 4% (dato costante, nel decennio 1996/2006) al 14,61% nel solo anno 2006/2007 ? E’ il momento della serietà istituzionale.

Il Presidente Commissario non può continuare a tacere le proprie gravissime responsabilità, che oggi costano ai cittadini una qualità delle prestazioni tra le peggiori otto perfomance regionali d’Italia, oltre alle aliquote fiscali più alte d’Italia: come dire, paghiamo enormemente più degli altri per avere assai meno di tutti. Allo stesso modo, però, un’opposizione seria non può concedersi il lusso di una contrapposizione preconcetta sui temi di interesse comune: è il momento delle proposte, oltre che delle proteste.

Credo che i cittadini, gli anziani, i malati, i lavoratori, si aspettino questo e questo può essere fatto solo con un serio, coerente, responsabile lavoro di squadra. Chiamo a raccolta, con questa, i miei colleghi di minoranza a Termoli, oltre che i consiglieri regionali che vorranno seguirci su questa linea, per organizzare all’inizio di settembre (considerato il termine finale del 15 per la riproposizione dell’attuale Piano di rientro) un vero tavolo monotematico di confronto, assieme a tutte le categorie ed ai soggetti interessati, finalizzato alla redazione di una proposta tecnica da sottoporre al Commissario Michele Iorio per l’integrazione-modifica dell’attuale Piano.

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2 Commenti

  1. bavagliati siamo.
    scusa Erminia ma che pretendevi?. gli operatori della sanità sono decenni che non hanno voce in capitolo e devono stare zitti e buoni. Cosa pretendevi che si potesse parlare liberamente e costruttivamente di sanità al comune di termoli dove a dettare legge sono coloro che dettano legge nell’ASREm? ciao Erminia continua a sognare.

  2. ma lei signora Gatti ne capisce qualcosa di sanità? COME mai ne parla solo ora? questa situazione va avanti ormai da anni e alcune persone si sono sempre battute per porre fine a questo sperpero. lei si accorge solo adesso di questo? ma mi faccia il piacere…