TERMOLI – Su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Fernanda De Guglielmo, nella giornata di martedì 26 marzo la Giunta comunale ha deliberato a favore della convenzione per il recupero e reinserimento sociale di persone coinvolte in attività criminose. L’ufficio Esecuzione Penale del Ministero della Giustizia ha proposto al Comune di Termoli, nell’ambito della realizzazione di percorsi di osservazione, trattamento, riabilitazione, reinserimento sociale di persone condannate (in detenzione o in misura alternativa), di concordare iniziative di recupero e di reinserimento sociale attraverso la partecipazione di istituzioni ed associazioni, al fine di sostenere la costituzione di legami sociali improntati alla solidarietà, con attenzione anche alla dimensione della riparazione del danno conseguente alla commissione di un reato.

La legge n. 328/2000 (“Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”) prevede all’art. 6 che i comuni nell’esercizio delle loro funzioni provvedono a promuovere, nell’ambito del sistema locale dei servizi sociali a rete, forme innovative di collaborazione per lo sviluppo di interventi di auto-aiuto per favorire la reciprocità tra i cittadini nell’ambito della vita comunitaria.

“La convenzione adottata dall’esecutivo intende promuovere una rete di collaborazione per le attività relative all’assistenza post-penitenziaria, ed è volta a disciplinare i rapporti tra l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE), il Comune di Termoli e l’Associazione/Organismo/Ente in cui verrà inserito l’affidato (persona condannata, in detenzione o in misura alternativa), con riferimento alla dimensione della riparazione del danno conseguente alla commissione di un reato – questo il commento dell’assessore De Guglielmo, che continua – Bisogna tener presente che la riparazione a favore della collettività, a cui si fa riferimento, consiste nella prestazione di un’attività non retribuita da svolgersi presso associazioni, enti religiosi e organizzazioni di volontariato presenti sul territorio. Tali attività non si configurano in alcun modo come borse lavoro, tirocini lavorativi o lavori socialmente utili, ma sono finalizzate esclusivamente alla costituzione di una rete di risorse che accolgono gli affidati che hanno aderito ad un progetto riparatore a favore della collettività”.

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