Simone Coscia

TERMOLI – Terminata questa tornata elettorale amministrativa è il momento di effettuare alcune considerazioni che il risultato elettorale a nostro parere ha evidenziato.

Per fare un ragionamento comparabile con le tendenze nazionali, limiteremo la nostra analisi ai risultati dell’unica città molisana, Isernia, in cui si presentavano i simboli dei partiti nazionali accanto alle consuete liste civiche.
I cittadini votanti sono stati 12986 pari al 67% degli aventi diritto rispetto ai 13775 pari al 69,6% delle amministrative passate per una differenza assoluta di 789 votanti ossia il 2,6% in meno.

In queste elezioni si sono presentati 3 candidati sindaco: Gabriele Melogli sostenuto da 7 liste
Cosmo Tedeschi sostenuto da 4 liste
Piero Castrataro sostenuto da 5 liste

I primi due candidati provenivano dalla stessa area di centrodestra, mentre il terzo era l’unico sostenuto da forze civiche, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, semplificando forse un po’, area centrosinistra.
I voti complessivi dalla componente di centro destra (Liste Melogli e Liste Tedeschi) sono stati 7936 pari al 65% mentre quelle del centro sinistra sono stati 4275 pari al 35%.

La divisione nel centrodestra ha fatto si che, in una città storicamente di conservatrice, si arrivasse al ballottaggio. Nell’ultima sfida a due tra Melogli e Castrataro l’elettorato di centrodestra rappresentato da ben 11 liste non si è ricompattato ed il più giovane candidato, con le sue originarie 5 liste a sostegno, è riuscito ad ottenere una netta vittoria.

La prima impressione è che i cosiddetti “pacchetti di voti” che hanno ingabbiato in parentele ed amicizie il voto del primo turno, abbiano ceduto il passo ad un libero voto di opinione che si è indirizzato verso il candidato che rappresentava finalmente un netto cambiamento con il passato della città.

Il centrodestra locale da queste votazioni dovrà trarre una serie di lezioni.
Innanzi tutto, i suoi dirigenti farebbero bene a non pensare di essere gli unici protagonisti della politica molisana, sottovalutando così tanto gli avversari da permettersi finanche piccole liti di bottega e mostrando muscoli che in vero risultano oramai atrofizzati.
Pensare di dividersi per poi affidarsi a dinosauri della politica (definizione che non dipende dall’età anagrafica) completamente usurati dalle loro passate esperienze politico-amministrative, risulta ancora più dannoso.
Pertanto, se vorranno essere un po’ più competitivi, dovranno procedere ad un completo rinnovamento politico-generazionale. Dovranno liberarsi da dominatori stranieri completamente fuori dalle dinamiche locali e dalle “antiche sensazioni da dominatori”, cercando invece un soggetto capace di mediare ed unire piuttosto che l’Uno con la volontà di imporre e spadroneggiare sul resto degli alleati.

Anche il centrosinistra, pur se vittorioso, dovrebbe trarre dalle amministrative isernine una importante lezione.
I dati di Isernia mostrano che il centro destra è numericamente di gran lunga superiore al centro sinistra (cdx 65% e csx 35% dei voti)

Inoltre, da una valutazione un po’ più squisitamente “strategica” il modello c.d. “Castrataro” rappresenta esattamente l’opposto della linea politica tradizionale che il csx ha sempre avuto in regione consistente nell’appoggiarsi semplicemente (e forse tragicamente) al “centro mobile”, rinunciando alla sua chiarezza e coerenza politica.

Ebbene, il “laboratorio” di Isernia ha mostrato, empiricamente, che a certe condizioni è possibile rifiutare le solite tentazioni “trasformiste” ed avanzare progetti pratici e credibili affidati a persone competenti e non logorate da un passato politico poco coerente.

Ci auguriamo che entrambi gli schieramenti proseguano sulla strada percorsa nelle recenti amministrative isernine. Questo consentirà che il futuro della nostra regione sia affidato a persone competenti ed entusiaste, libere da vecchi vincoli familistico-sanitari-politici che hanno bloccato il Molise negli ultimi lustri.

Partecipazione Democratica – Simone Coscia

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