TERMOLI – Forse pensavano sarebbe durata quanto quel famigerato ventennio e sono perciò corsi sul carro del vincitore. Ma cosa faranno gli esponenti salviniani in salsa locale ora che la parabola ascendente della Lega si è quantomeno indebolita e lo scenario politico è mutato?

Chi scrive non è certo un sostenitore del nascente governo: personalmente ritengo che in questa fase non esistano “governi amici” e che la portata del cambiamento radicale necessario non possa che passare per una presa di coscienza ampia e collettiva circa l’insostenibilità economica, sociale, ecologica del sistema capitalista. Non posso tuttavia non constatare che, al di là delle dichiarazioni e delle promesse di cambio di rotta che bisognerà vedere se verranno realizzate (in larga parte ne dubito), il nuovo scenario politico relega il partito di Salvini nel ruolo di opposizione.

Le istanze xenofobe, odiose, a tratti eversive di cui quella formazione politica era ed è promotrice escono dalle stanze governative e dunque la Lega non ha al momento molte alternative se non coagulare nelle piazze i sentimenti di paura e rancore che prima diffondeva dalle stanze del potere.

Come peraltro ha già annunciato di fare con il lancio della manifestazione di Roma prevista per il 19 ottobre, promossa in nome dell’orgoglio italiano. Una prima domanda a riguardo: i nostri esponenti politici leghisti, alcuni dei quali ricoprono ruoli di primaria importanza nella formazione amministrativa a Termoli, parteciperanno a questa manifestazione (che per molti simpatizzanti dell’uomo dei pieni poteri suona un po’ come una marcia su Roma 2.0)?

E una seconda questione: ci dicano apertamente (come peraltro dovrebbero fare i grillini e gli esponenti del PD in linea con le leggi volute da Minniti e Orlando) cosa pensano della politica dei porti chiusi: è lecito lasciare in mare donne, uomini, bambini per 20 giorni senza un porto sicuro di sbarco come è stato fatto con la Open Arms? E che posizione pubblicamente prenderanno se il loro leader verrà processato per questo? E delle politiche contro il meridione, della secessione dei ricchi, che opinione hanno?

Ho sempre pensato che gli esponenti locali della Lega abbiano aderito al partito di Salvini più per raccogliere il vento in poppa del consenso che per vere e autentiche convinzioni personali e politiche. Ho sempre anche ritenuto che la presenza di una classe dirigente di quel partito al Sud, “riciclata” da altre esperienze politiche ora in declino, sarebbe stato il vero vulnus che alla lunga avrebbe portato al disfacimento della Lega nei nostri lidi. Questo processo è stato accelerato dalle scelte sbagliate dell’ex ministro dell’interno, tutt’altro che fine stratega.

Quindi torna forte la domanda principale rivolta ai leghisti di casa nostra: ora che lo spazio del conflitto si sposta (e plausibilmente ci sarà un’escalation di violenza da parte delle forze di estrema destra di cui Salvini è un esponente) voi cosa farete?

Ora che il ministro dj non ricopre più il ruolo di potere e gli slogan non verranno più urlati dietro lo schermo protettivo del governo come vi collocherete? Avrete il coraggio di difendere le posizioni per certi versi eversive del vostro leader, rivendicandole dalle piazze? O, come prevedo e per certi versi auspico, tornerete all’ovile della destra liberale?

Non è solo una mia curiosità personale; è una richiesta politica di chiarimento che proviene da un cittadino che pensa la dobbiate ai vostri elettori e anche a coloro che non vi hanno votato, e mai vi voteranno, proprio come me …

È, insomma, una questione di responsabilità politica e storica, quella che vi chiedo, tanto più urgente e necessaria in una fase come questa, dove le istituzioni democratiche (nelle quali vi riconoscete, giusto?) vengono e verranno costantemente denigrate, proprio dalle forze politiche di cui siete nel nostro territorio i rappresentanti.

Roberto De Lena
Operatore e attivista sociale

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