SaverioCipollaTERMOLI – È partita la campagna elettorale per il “cambio di poltrona” del  sindaco! In verità, è iniziata dal momento in cui l’impresa De Francesco si è aggiudicata la gara  per la sistemazione del Piano di S. Antonio,  annessi e  connessi.

 I vari “movimenti” e “gruppi politici” si sono sempre lamentati che non c’era mai stata una partecipazione popolare sulle scelte operate dall’Amministrazione. Le rimproveravano di aver governato senza coinvolgere la popolazione. Con l’exploit della Lega e dei CinqueStelle nelle ultime elezioni Regionali, continuarono con più veemenza ad osteggiare le decisione della maggioranza.  Per superare questo impasse e far partecipare le opposizioni alle proprie decisioni, il Comune  aveva  istituito gli Urban Center (visitate dal sottoscritto quest’estate). 
Nella Torretta del Belvedere, infatti,  si è potuto prendere visione  quali fossero le future scelte urbanistiche, potendo dare anche qualche suggerimento alternativo. L’opposizione, naturalmente,  interpretò queste innovazioni  no profit  come progetti per lobby, portatrici, cioè, d’interessi particolari. Secondo l’Amministrazione dovevano, invece, essere delle “valvole di sfogo” per aiutare i cittadini a partecipare alle scelte del paese
Le esperienze già effettuate positivamente in altre città quali  Bologna, Brescia e Torino, non erano servite a  smuovere le opposizioni.  Ancora un volta, si scagliarono contro la famigerata Impresa De  Francesco che con gli Urban center aveva chiesto un  dialogo. Sin dall’inizio avevano definito la ristrutturazione del Piano di S. Antonio e del Pozzo Dolce il “Grande Scempio”. Come se fosse un‘opera non meritoria eseguire: 
– la ristrutturazione di una zona in pessime condizioni come il costone di S. Antonio, la cosiddetta falesia;
– la nuova sistemazione della Villa Comunale trasformandola in un’aria a verdeproponendo anche un parcheggio sotterraneo;
– la ristrutturazione del Pozzo Dolce in un’ area con teatro all’aperto e uno spazio per i bambini; 
– dare la possibilità a quanti arrivano in città di parcheggiare senza essere multati dai vigili urbani;
– avere finalmente un auditorio e un teatro per le compagnie teatrali che oggi sono costrette ad esibirsi nei piccoli comuni limitrofi:
costruire 600 metri di tunnel con i 5 milioni di euro della Regione, ben sapendo che il finanziamento è ad esclusivo uso per la sua costruzione senza la possibilità di essere stornato  per altri lavori.
È chiedere troppo? Per l’opposizione significa compiere lo “Scempio del Paese”…”Il Grande Scempio!” (sic!).
Le intenzioni del sindaco di ”…aprire un Dibattito Pubblico…e  non prendere in giro la popolazione…”, erano quelle che avevano sempre richieste.   Come recita un vecchio adagio: ” …quando non si vuole né arare nè trescare non c’è niente da fare”, e ogni iniziativa viene contestata e snobbata. L’Urban Center era stato proprio organizzato per fare conoscere e far intervenire la città sulle decisioni dell’Amministrazione. E non una presa per i fondelli, come era stato definito solo perché era  gestito dall’Impresa. E, ancora una volta, nessuna Impresa s’era fatta avanti con nuove proposte! Ancora una volta veniva strumentalizzato il tunnel  che ormai è diventato la cassa di risonanza per ogni rimostranza contro l’Amministrazione.
 
Naturalmente tutte queste contrapposizioni prendono spunto da un’avversione preconcetta dell’opposizione che  si sente già investita della carica di nuovo sindaco. Per uscire da questo vuoto di potere, il comitato No Tunnel, “solo” per prendere tempo, ha paventato la redazione di un nuovo Piano Regolatore,  il solo  che possa risolvere, a suo avviso, i problemi che affliggono il paese. Ma la speranza che un nuovo sindaco possa soddisfare i propositi avanzati dall’opposizione sono un mera chimera! I due nuovi partiti che in questo momento dominano la scena politica non sono in grado di gestire uno strumento urbanistico qual’ è un Piano Regolatore. Povera Termoli!
 Ma dove andremo a finire con questi sprovveduti avventurieri?!
Il sottoscritto non è contrario, in genere,  ai Piani Regolatori – avendo, tra l’altro,  partecipato a piani urbanistici di paesi nell’hinterland di Milano – ma istruire tale strumento urbanistico significa fermare per almeno dieci anni lo sviluppo dell’attività urbanistico-edilizia del paese, lasciando i problemi attuali ad un destino infame. Senza contare gli alti costi che la popolazione deve sostenere fino all’approvazione dello strumento  urbanistico. Credo che i vari Comitati e Movimenti Politici non sappiano nemmeno quanto siano complesse, costose, maledettamente lunghe e farraginose le fasi di attuazioni  di un Piano Regolatore! 
 
E intanto,Termoli rimarrebbe nel guado  per un periodo molto lungo, rinviando i problemi  più urgenti che si trascina da anni. L’intervento innovativo proposto dalla De Francesco è molto razionale e potrebbe dare al paese un volto nuovo, più moderno ed efficiente. In questo momento storico un Piano Regolatore non è né pensabile, né auspicabile e necessario.

 Saverio Metere

 
Post scriptum:
Il sapore della cipolla rispetto a quello dell’aglio è molto più debole. I nuovi partiti sanno più di “cipolla” che  di “aglio”. Non è ancora il momento, né ci sono le condizioni, che un gruppo di mangia-cipolle sia in grado di istruire un Piano Regolatore nella nostra citta. 
Si deve attendere il momento in cui “…’a cepòlle devènte aje”.
 
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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.