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Luigi Velardi
Luigi Velardi
TERMOLI – “L’Udc non si è spaccato, non sono due pezzi dell’Udc che si sono divisi ma c’è stata la fuoriuscita di alcuni esponenti anche importanti del partito che è rimasto uno ed è rimasto nel centro destra a seguito di un accordo con l’Ndc stabilito in ambito nazionale“. Luigi Velardi, punto di riferimento dell’Unione di Centro in Molise in una intervista in esclusiva per myNews.it parla dei retroscena accaduti nel partito e sul giallo legato al vecchio simbolo con il tentativo di utilizzarlo dai fuoriusciti firmatari di una intesa con il centro sinistra. Insomma non sono mancante le “scintille” in una campagna elettorale dove sta accadendo tutto ed il contrario di tutto. Parte dell’amministrazione uscente è confluita nelle liste collegate al candidato sindaco Angelo Sbrocca ed alcuni ex amministratori di centro destra sono scesi in campo con la sinistra collegata al candidato sindaco Paolo Marinucci.

Insomma le “emigrazioni” non sono mancate da nessuna parte. Luigi Velardi, nell’intervista a myNews.it parla anche dell’iniziale condiscendenza della segreteria nazionale del partito verso il centro sinistra per poi tornare sui propri passi e confermare l’accordo con l’Ndc ed il centro destra collegato al candidato sindaco Michele Marone. Velardi, senza remore, “alza i veli” e chiarisce che l’unico deputato al deposito di documenti e quant’altro a nome del partito è lui a seguito di indicazioni chiare in tal senso arrivate dalla segreteria nazionale. Insoma il “bailamme” del simbolo e dell’asse Udc-Pd sembra sia stato archiviato e rappresenta una sorta di parentesi del primo “scorcio” di campagna elettora.e

“Non so quali sono i motivi per cui alcuni amici sono corsi altrove – ha detto Velardi -. E’ un aspetto che anche io e molti altri come me sono alla ricerca delle ragioni. Una cosa è certa, non ho mai registrato segnali di questo genere: Non è il frutto di un travaglio ideologico per effetto del quale si cambia idea. Solo gli imbecilli non cambiano idea. Non riesco a trovare ragioni politiche o di altra natura, probabilmente bisognerebbe chiederlo a loro – ha dichiarato Velardi -. L’Udc non ha fatto il patto con il centro sinistra. Questi due amici non hanno dato alcuna spiegazione che mancano, anche sul piano affettivo. Non riusciamo a comprenderne le ragioni di questo passaggio, soprattutto se sappiamo che la fuoriuscita dall’Udc è servita per raggiungere anche altri personaggi candidati che hanno contribuito alla crisi del Governo comunale nel quale c’erano tutti e due. Non dico che bisognava portargli rancore ma manco affiancarli. Mi diventa difficile capirlo”.

Luigi Velardi, dunque, non comprende le motivazione che hanno determinato la fuoriuscita dal partito di Michele Cocomazzi e Vincenzo Ferrazzano. “Allo stato delle cose a che pro chiedere quali siano state le ragioni – ha proseguito Velardi -. Non sta a me chiedere le ragioni e nemmeno ad altri esponenti dell’Udc, credo che avrebbero dovuto essere loro a dirlo di loro iniziativa. Il problema non è stato l’Udc per questi amici perchè il tentativo di trasportare il simbolo dell’Udc a sinistra, c’è stato. O magari anche pensando o ricevendo qualche forma, non palese, di accondiscendenza da parte della segreteria nazionale, lo devo dire questo”.

“Non riesco a capire il perchè ancora – ha commentato Velardi visibilmente amareggiato -.Erano in possesso del simbolo dell’Udc a Termoli. Anzi lo teneva Mimmo Izzi di Isernia. Erano candidati eccellenti, si stava anche valutando come fare per raggiungere posizioni di vertice del partito e senza contrasti da parte di nessuno. Io ho dichiarato di non essere disponibile a qualsiasi forma di candidatura per evitare pensieri dopo che non ero più regionale. Questo partito ancora oggi mi tiene vicino perchè condivido appieno i valori di questo partito. Almeno questo si può conservare. Questa era la mia posizione”.

Velardi sottolinea che il tentativo di comporre la lista Udc con il vecchio simbolo per l’accordo con il centro sinistra, è stato bloccato alla fine. “Mi hanno chiamato Cesa e De Poli perchè non capivano cosa stesse succedendo a Termoli – ha spiegato Velardi -. Gli errori ci sono stati ed hanno anche illuso qualcuno in questo senso. Solo io ero autorizzato a depositare documenti, liste e quant’altro”. A determinare lo “stop” dell’intesa con la sinistra e l’utilizzo del vecchio simbolo, anche l’intervento dell’ex sottosegretario di stato Sabrina De Camillis e di Ulisse Di Giacomo del Nuovo Centro Destra che si sono fatti sentire a Roma.

Per quanto riguarda l’attuale situazione politica, Velardi commenta: “C’è una tale polverizzazione della componente partitica all’interno della competizione. Il centro destra ha trovato la sintesi, il centro sinistra è diviso e ci sono anche frizioni interne, Di Giandomenico ha dato molto, ha ancora da dare ma non sembra suscitare quell’entusiasmo di una volta”.

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