L’Auditorium Petruzzi
PESCARA _ Pur trattandosi di un avvenimento che si verifica, per così dire “fuori zona”, Penso che dovremmo sentirci particolarmente coinvolti dal tema della serata culturale il cui cartellone spicca oggi nella città di Pescara, per la precisione all’Auditorium Petruzzi, alle ore 21. Ritengo anzi che la vicinanza di quella città dovrebbe apparire piuttosto un dettaglio fortunato anche per il Molise. Al tempo stesso debbo riconoscere che per quanto mi riguarda il mio interesse non sia dovuto meramente alle origini abruzzesi della mia famiglia che s’imporrebbero come richiamo personale al recupero della storia, della tradizione, della cultura di una Terra gloriosa e di un popolo fiero, coraggioso, indomito anche nelle avversità.

La normalità dell’abitudine occulta sovente i risvolti più significanti del flusso vitale che scorre inarrestabile. Rimane così lievemente impalpabile proprio quella realtà che meglio armonizza con l’intimità dell’animo. Ma poi si rivela con chiara evidenza che per sviscerare il significato autentico dell’ideale umano, occorre trovarsi a tu per tu col vissuto e con i suoi effetti più coinvolgenti. Debbo ringraziare quel flusso irresistibile dell’ispirazione che mi trascina sovente a rivisitare l’amata terra d’Abruzzo. Senza quell’istinto, mi verrebbe irrimediabilmente a mancare il particolare contatto con l’emergere della parte più pregnante di un popolo geniale sì, ma soprattutto nobile, fiero, dignitoso, pieno di coraggio e generosità al tempo stesso. Perché il cammino dell’uomo è sempre mirato a quella luce fulgida che ne accende interiormente la forza in ogni passaggio della vita, ma soprattutto nella calamità.

Credo sia proprio tale fattispecie a rendermi avido di umanità schietta, assetato d’intimità col sentimento eroico di questa gente troppo spesso martoriata. Ti puoi nascondere quanto vuoi, non esiste angolo, per appartato che sia, capace di escluderti alla presenza degli animi più schietti. I protagonisti di un cammino etnico straordinario ti stanno di fronte con orgoglio sereno, desiderosi di trasfondere in te un tesoro inusitato, un segreto inarrivabile: il messaggio palpitante della storia in cui si va a perpetrare la ragione autentica della loro umanità indomita. E’ probabilmente l’agitarsi delle passioni suddette ad evocare con rinnovata energia spirituale la tradizione, l’ambiente, la sopravvivenza stessa degli ultimi rappresentanti di un mondo ancora arcano per molti, ricco di fascino e di messaggi coinvolgenti.

Un pianeta immaginario dal quale ci sentiamo trascinati senza respiro verso un messaggio di rinnovamento spirituale, della scoperta, ma sempre attenti ai segnali dell’animo, nell’aspirazione inesausta a reperire, fra rifiuti e frantumi, qualche simbolo ancora palpitante dell’armonia, del bello, dell’umanità. Quale suggello, mi piace aggiungere in tutta semplicità un’intima riflessione. Viviamo l’attimo presente come una parte del grande progetto che si concretizza, giorno dopo giorno, a misura delle nostre aspirazioni. Anche il dolore, le ingiustizie, i sogni infranti appartengono intimamente a queste. Se desideriamo la luna, non dobbiamo temere di puntare alle stelle. E’ certo che il futuro dipenderà dai nostri pensieri di oggi. Dunque, abbracciamo la sopravvivenza delle tradizioni culturali d’Abruzzo. Come io, profondamente grato, abbraccio il regista Dino Viani.

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