TERMOLI _ “Ti ringraziamo Padre, per mezzo di Gesù, il Crocifisso Risorto, nello Spirito Santo ci raduni, da ogni parte del nostro territorio, e ci costituisci popolo tuo, santo e sacerdotale. Risultiamo compaginati organicamente nelle variegate componenti vitali di questa chiesa di Termoli-Larino: un insieme di figli tuoi, fratelli e sorelle, con una specificità di carismi e di missioni che creano, nell’unico Corpo mistico di Cristo, una bellezza armonica, per essere sacramento dell’unità con te e dell’intero genere umano. Carissimi fratelli e sorelle…..” con questa preghiera, intensa e accorata, il vescovo Mons. Gianfranco de Luca ha iniziato la sua omelia in occasione della celebrazione della messa crismale, anticipata per ragioni pastorali, come ormai accade da diversi anni, a mercoledì santo.

La chiesa di S. Francesco in Termoli, gremitissima, ha accolto ampie rappresentanze di tutte le comunità parrocchiali diocesane per vivere assieme al proprio Pastore e ai presbiteri, suoi collaboratori, la celebrazione della benedizione degli oli e del rinnovo delle promesse sacerdotali da parte dell’intero presbiterio diocesano. Il canto della solenne liturgia animato dal coro diocesano, l’esultanza dei cuori, l’intensa preghiera, hanno gettato un raggio di intensa luce sul volto di questa Chiesa diocesana, evidenziandone la bellezza e facendo percepire un clima di intensa fraternità e feconda comunione.

Il Padre e Pastore Mons. Gianfranco ha esortato i fedeli presenti e i presbiteri in particolare: “Al centro di questa assemblea, come diamante prezioso, si staglia, stretto intorno al suo Vescovo, il presbiterio, nel suo essere realtà unica e unitaria. Segno delll’unico sacerdozio ministeriale di Cristo, posto a fondamento dell’unità e dell’apostolicità di questa chiesa. Concreta manifestazione della cura e della premura dell’Unico Buon Pastore. Singolarmente e insieme, in mezzo e di fronte all’intero popolo di Dio, rinnoveremo le promesse sacerdotali per esprimere la dedizione totale a Cristo Cricifisso-Risorto. Ci ri-immettiamo così in quell’atto sacerdotale in cui Gesù si consegna al Padre per noi. Gesto, quello di Gesù, nel quale, e grazie al quale si compie il mistero della nostra redenzione, mistero che ogni celebrazione eucaristica rende presente ed operante”. Continuando ha esortato: ““… perchè il piccolo diventi Fratello”. La comunità cristiana, la nostra chiesa diocesana, è continuamente chiamata in tutti i suoi membri a riaccogliere il dono della Figliolanza di Dio e a vivere la fraternità ad ogni costo.

Questo diventa possibile se si assume come unità di misura delle nostre relazione il “piccolo” (il fragile), il debole, che va accolto e non disprezzato, va ricercato se si perde, corretto se sbaglia, perdonato se pecca. La nostra comunità diocesana è perciò chiamata a diventare sempre più luogo di educazione alla figliolanza nell’esperienza della paternità reciproca… . … Noi tradiamo la nostra stessa natura, l’anima nostra, che è lo Spirito di Cristo, se veniamo meno al compito di farci pane per l’affamato, liberazione per il prigioniero, guarigione per ogni forma di malattia, speranza per ogni disperato, compagnia affettuosa per ogni solitudine. La visita pastorale che mi ha portano a condividere la vita delle nostre comunità parrocchiali e ad incontrare più da vicino le realtà presenti sul nostro territorio, mi ha messo nel cuore la spinta ad essere, per la nostra gente e tra la nostra gente, Chiesa segno di speranza per i Giovani.

Proprio loro che sono il nostro avvenire, risultano poco presenti nella vita delle nostre comunità, e poco garantiti nella possibilità di progettare o sognare il loro futuro in questa terra, costituiscono la sfida che ci provoca e ci interpella. Per loro e accanto a loro siamo chiamati ad essere olio che guarisce e rinvigorisce, l’olio vince il male e abilita alla lotta, olio che consola, olio che fonda e custodisce la dignità di ciascuno, ne garantisce la crescita e ne assicura la piena realizzazione…” E sono stati proprio due giovani portatori di grave disabilità a donare l’olio che è stato utilizzato per essere benedetto e consacrato; Pietro e Nicoletta Ciarciaglino con la “Cooperativa Colle di Nisi” di Guglionesi hanno donato un segno che si spera possa essere seme di future fecondità e di sbocco occupazionale per molti giovani. La consegna degli oli alle singole comunità che, chiamate nominalmente e rappresentate dai vari parroci, hanno ricevuto dalle mani del vescovo le ampolle degli oli che verranno utilizzati per la celebrazione dei sacramenti, segni salvifici dell’amore di Dio per il suo popolo, ha concluso la celebrazione.

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