«La storia è la mia vita. Lo sbarco degli inglesi a Termoli lo ricordo tutti i giorni, non posso dimenticarlo». Giovanni, termolese “verace” racconta quel fatidico giorno che ha cambiato per sempre Termoli.
 

Il Gen. Montgomery (Tratta dal libro Humanitas di S.Leone)TERMOLI _ Nella mente e nei cuori dei termolesi “veraci”, rimasti in pochi a Termoli, ancora oggi riecheggia quella storica giornata rimasta negli archivi della città, nei libri ingialliti dal trascorrere inesorabile del tempo ma così fresca e vivida tra coloro che l’hanno veramente vissuta.  Giovanni, 74 anni, famiglia di pescatori, non può dimenticare quel giorno che custodisce ogni giorno in un angolo della mente e che gli pervade l’animo a distanza di mezzo secolo di distanza. Di quelle sensazioni si nutre tuttoggi.

“No, non posso dimenticarlo perchè ci penso quasi tutti i giorni” dice.“Termoli – Gaeta era la famosa linea Gustav e Giovanni, anche se era appena un bambino, appena di 9 anni, ha conosciuto la II guerra mondale e, come se l’ha conosciuta. “Qualche tempo prima del giorno dello sbarco, si sentiva nell’aria qualcosa di strano _ racconta con gli occhi velati di emozione pensando proprio a quei giorni _ infatti non ricordo chi, mentre pescava sul fiume Biferno, si vide arrivare una persona che chiese di essere traghettata a spalle sulla sponda di Termoli, dato che i tedeschi fecero saltare il ponte. Poi si venne a scoprire che era l’organizzatore dello sbarco perché lo rividero insieme alla truppa angloamericana. Poi un uomo che sapeva l’inglese in quanto emigrato in America ci fece capire che di lì a poco ci sarebbe stata una novità.
La notte del 3 ottobre del 1943, metre dormivamo, sentimmo degli strani scalpitii per strada, un bussare frettoloso alle porte.
Erano soldati che intimavano il silenzio, ci avvertirono del loro arrivo. Erano arrivati! Nella notte sbarcò l’ VIII armata del Gen. Bernard Montgomery. L’attacco fù improvviso rapido ed efficace, anche se i Tedeschi si aspettavano qualcosa. I graduati tedeschi erano asserragliati presso l’Hotel Corona, mentre i soldati erano di stanza alla scuola Principe di Piemonte. Passata la sorpresa, i tedeschi si organizzarono, ci fu un grosso scontro con colpi di cannoni e molti morirono. La casa della famiglia Smargiassi, vicino all’attuale comune, venne investita da una granata e morì quasi tutta la famiglia.
l'Amlire
l’Amlire

Gli inglesi rischiarono di perdere l’ardua battaglia in quanto ritardavano i rinforzi via terra della V armata, ma con il loro arrivo
ci fu un duro scontro di carri armati nei pressi della Madonna a lungo. A questo punto i tedeschi batterono in ritirata, sbagliarono strada e s’impantanarono verso Rio Vivo (in contrada Pantano appunto) e furono fatti prigionieri. Con l’arrivo degli inglesi a Termoli arrivò anche abbondanza benessere ed un pò di tranquillità, inquanto portarono cibo: il “Beaf” in scatola, prosciutto, il pane aveva la forma del panettone, e mi ricordo che noi mangiavamo tutta la mollica per poi metterci dentro altro cibo. Per noi, bambini dell’epoca, tutti gli americani si chiamavano “Jhonny” e per noi avevano caramelle cioccolata e “gum”, mentre per gli adulti sigarette a volontà. Si riprese a lavorare con una paga di 50 “amlire” (lire) anche se dopo la guerra non valsero più nulla; pure i ragazzi più grandi avevano trovato un business: vendevano l’uovo in tegamino ai soldati.
Il comando della città era nelle mani di un generale americano cattolico “Town major”
che d’intesa con il vescovo stabilirono il divieto d’accesso nel paese vecchio delle truppe da sbarco che di solito avevano carta bianca sul paese e sui cittadini. Il generale Montgomery era molto amato dalle truppe e lo si vedeva sempre con loro; con le case demolite del paese vecchio e non solo, fecero una specie di banchina d’attracco dove poterono scaricare i carro armati di cui motori vennero utilizzati in seguito per le paranze. Si venne a scoprire che c’erano anche delle SPIE, poichè dopo lo sbarco alcune persone non si videro più.
 Dopo la guerra tornarono a Termoli alcuni soldati inglesi di cui uno si qualificò come il soldato che buttò a terra le case,e
tra questi anche uno rimasto cieco in battaglia.

Quando gli alleati ebbero l’ordine categorico di attraversare il trigno, ci fu una grossa battaglia: aerei americani bombardavano il campo di battaglia senza badare se le truppe erano alleate o meno però poi riuscirono con l’avanzata, ma a causa di quello scontro dal porto di Termoli salpò ogni giorno una nave che si ancorava nelle vicinanze del trigno e cannoneggiava dalla mattina alla sera. Fu una delle battaglie più ardue, infatti a Torino di Sangro sul costone c’è un grandioso cimitero di guerra con marocchini indiani pakistani tutti di età infariore ai 18 anni.
Molti soldati
impegati nella guerra in italia erano figli di Italiani emigrati e colsero l’occasione di conoscere i parenti rimasti al paese. Anche se ero piccolo sfortunatamente ricordo molto bene la guerra ed è terribile: lo squillo degli allarmi in piena notte, si dormiva sempre vestiti, le cannonate…non si aveva certezza di nulla! Auguro a tutti di non vivere mai questo tipo di esperienza che fu veramente tragico e traumatico.
Ma oggi il ricordo di quel giorno… mi fa risentire quasi quei tuoni, quegli odori strani, i profumi di quel pane che non avevamo mai visto, la meraviglia di quei giorni alla vista di cose nuove, quelle emozioni così forti nel bene e nel male.
No, non si può dimenticare…..e non voglio, sono parte di me!
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5 Commenti

  1. ahimè sono troppo giovane per sapere queste cose. Però è certo che nei libri di storia non si parla di Termoli e dello sbarco che, dal punto di vista militare rappresentò una vittoria molto importante per gli angloamericani.
    Bene che se ne faccia luce, così come sarebbe bello che ai ragazzi venissero insegnate queste cose. per non dimenticare…

  2. Io quel giorno ero a San Giacomo degli Schiavoni. Sfollato perchè abitavo nella stazioe ferroviaria essendo mio padre Ettore,Capo Stazione.
    Quel mattino a San Giacomo erano di guardia tre tedeschi.Al sopraggiungere di una pattuglia costituita da un sottoufficiale scozzese e una decina di soldati indiani dopo aver chiesto se vi erano dei tedeschi appena sentirono le nostre risposte scomparirono,senza chiedere quanti ce ne fossero. Dopo un’ora arrivò un camion con una ventina di soldati tedeschi che cominciarono a requisire persone, tra cui mio padre, affinchè scavassero delle buche nei cortili e nei campi circostanti per installare quattro mortai che subito dopo cominciarono a martellare Termoli facendo man bassa anche di carri armati,che sbarcavano dalle navi nel porto. E’ certo che ricevevano istruzioni da qualcuno, attestato vicino alla città.Ricordo come se fosse ieri la disperazione di mia madre.L’avvenimento durò appena due giorni, ma non potrò mai dimenticare quei brutti momenti.

  3. L’unica sopravvissuta della famiglia Smargiassi: mia sorella
    Mio Padre Angelo, sposò in prime nozze una Smargiassi da cui nacque Carmelina unica superstite di quel triste evento.Essa giaceva nella culla quando dall’esplosione di una cannonata,una scheggia tagliò di netto l’angolo della culla dove essa teneva la testa, strappandogli il cuscino. Sotto di esso, c’era una bibbia che fu tranciata in parte anch’essa. Attualmente mia sorella custodisce ancora tale bibbia.Professori Termolesi, che conoscono molto bene gli eventi di quel giorno, hanno scritto molto sullo sbarco americano a termoli,la guerriglia per le strade,le cannonate dei tedeschi che si ritiravano,ma non hanno mai parlato di questa storia.La famiglia Smargiassi(circa 15 persone)fù seppellita(di quello che ne restava)nell’attuale ingresso del cinema S.Antonio. Quando ci fù il triste evento, mio padre prestava servizio militare a Bologna; mia sorella restò sola.Ma questa è un’altra storia.