Donato Toma durante l’inaugurazione del nuovo modulo di terapia intensiva inaugurato il 15 Aprile 2021, all’esterno dell’ospedale San Timoteo di Termoli

TERMOLI – “Mentre l’attenzione dell’opinione pubblica è giustamente incentrata sulla fase vaccinale che ci lascia guardare con speranza al futuro, in Molise siamo ancora alle prese con l’assenza di un centro covid dedicato e con la permanenza di un ospedale misto Covid e non Covid che continua a causare danni a livello sanitario sui cittadini molisani che ormai non si curano più.

La consegna del container attrezzato, prima a Campobasso ed ora a Termoli, per 10 posti di rianimazione è un inno all’insipienza oltre che uno spreco di denaro pubblico. Toma e Florenzano, non senza imbarazzo, hanno voluto dimostrare che quella struttura è utile per la gestione del piano di emergenza Covid. Anche se sembra che oltre che per la rianimazione quel cointaner potrebbe essere un’ area grigia o un centro vaccinale o un centro tamponi oppure… un riparo dalla pioggia!!!

Loro stessi avevano espresso serie perplessità per realizzare una rianimazione al Vietri di Larino per via della carenza di personale. Oggi invece si apprestano a realizzare tre rianimazioni, per 30 posti letto, non solo in carenza di personale ma con il probabile rifiuto degli stessi medici ad utilizzare quegli spazi.

È proprio sicuro che quelle stesse attrezzature non potevano trovare posto negli spazi inutilizzati degli stessi ospedali? Con 4 milioni di euro era possibile fare di tutto e di più. 

Mi auguro che la nuova struttura commissariale analizzi con la massima attenzione e il massimo rigore scientifico quanto è stato realizzato in Molise con il Piano dell’emergenza Covid e si preoccupi soprattutto di rimuovere le disfunzioni persistenti all’interno dell’ospedale Cardarelli, unico centro ospedaliero del Molise per le patologie complesse e tempo dipendenti. Un Cardarelli tuttora privo del reparto di rianimazione per pazienti non Covid”.

Michele Iorio

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