Michele Mignogna
Michele Mignogna
TERMOLI _  Lunedì 14 giugno 2011 vengo a conoscenza, tramite segnalazione di amici, di un commento scritto su un giornale online da un anonimo/a che tirava in ballo la nostra testata sulla mancata manifestazione di solidarietà al giornalista Michele Mignogna,  che  firmandosi  Solidarietà a Mignogna scriveva: 

“ Faccio i miei complimenti alle altre testate online presenti a Termoli per la solidarietà dimostrata al giornalista Michele Mignogna.  Davvero complimenti a mynews e termolionline. Certo i loro giornalisti non corrono lo stesso rischio!” 

Non nascondo la mia indignazione nel leggere il commento e per “deformazione professionale“ faccio dei semplici controlli per risalire all’IP (ndr: Internet Protocol address, nascosto per privacy nella maggior parte dei forum – ad esempio sulla nostra testata è sempre stato riservato- ma visibile in chiaro su tutti i commenti pubblicati dal giornale online locale) del nostro anonimo/a  «interlocutore»,  e scopro che si tratta di un commento inviato dalla nuova sede di Termoli in via Asia della Confederazione generale italiana Lavoro del Molise, aprioristicamente schierata ad una certa tipologia d’informazione. Quindi la mia risposta a tale provocazione non si fa attendere e di getto rispondo al commento dell’ ex anonimo interlocutore:

[…]Prima di offendere “strumentalmente” altri giornalisti che quotidianamente lavorano per «passione» del loro lavoro in questa regione, si faccia un esame di coscienza e provi a mettere in gioco la sua persona, perché le confido per quanto riguarda myNews la direttrice di minacce di “morte” ne avute.
Non ultima ricevuta tramite sms e tanto di numero in chiaro, regolarmente denunciato e poi – “non se ne conosce il motivo”- archiviato e senza un cenno di “Solidarietà”.
La solidarietà va senz’altro a tutti coloro che lavorano e si adoperano ogni giorno per salvaguardare quel minimo di legalità, anche non condividendo – personalmente- l’uso quotidiano del sensazionalismo o della spettacolarizzazione dell’informazione, con il solo risultato di portare la nostra regione in testa al Malaffare.[..] 

Purtroppo oggi c’è emergenza nell’informazione: quella dei giornalisti nel mirino della criminalità e non da meno l’uso scellerato della querela e dei risarcimenti come atti d’intimidazione, per azzittire, imbavagliare ed  evitare le inchieste in quelle zone dove le mafie, la politica e l’economia si intrecciano. 

La Solidarietà da parte nostra va a tutti i giornalisti e a chiunque è alla ricerca della legalità e soprattutto della Verità (ad esempio le forze dell’ordine e la Magistratura lo fanno tutti i santi giorni, nonostante le minacce provengano da ogni fronte, e non mi sembra  si riempiano i giornali di comunicati stampa di solidarietà) che lavorano nel silenzio.

Sì anche la solidarietà “lavora nel silenzio” e  non va strumentalizzata 
per attaccare chi non crede ad un certo tipo d’informazione e sottolineo di nuovo, per il nostro detrattore:  che l’unico sentimento che ci spinge ogni giorno ad andare avanti  è  la «Passione» per questo lavoro.

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Tony Cericola
Web designer, videomaker, editore, copywriter e blogger. Da quando è nata internet mi occupo di costruire strategie digitali per le aziende. Il mio lavoro consiste nel trovare un punto di contatto creativo tra il mondo digitale, dei social media e gli obiettivi dell’azienda, costruendo un piano strategico ed editoriale. È importante individuare gli strumenti giusti, il budget e i canali media a disposizione per non disperdere le energie.

4 Commenti

  1. noi tutti solidali
    La solidarietà è una cosa cosi’ semplice da attuare che si manifesta con il semplice leggere gli articoli che vengono scritti giornalmente e a sprezzo del pericolo che è sempre in agguato, pericolo dalle mille sfaccettature e dai mille risvolti. I giornalisti tutti, col loro semplice “informare” fanno il loro dovere, ma è un dovere che viene dettato da sentimenti e propensioni non comuni e che quindi va riconosciuto in tutta la sua totalità. Tenuto poi conto che in genere questo mestiere,non è neppure chissà quanto retribuito, verrebbe da chiedere quale forza spinge il giornalista a fare questo ingrato mestiere. Ebbene è la forza dell’amore verso se stessi, la forza che l’io interiore vuole a tutti i costi informare tute le persone di cio’ che succede nel mondo. E’ la forza che non tutti hanno di dire la verità e di esternarla con veemenza e senza falsi pudori. Da parte mia, quindi, il semplice batter loro le mani, che sembrerebbe già di per se gratificante , non rende ancora loro merito. Io mi tolgo il cappello,mi inchino e dico loro che li invidio per il coraggio e per la bravura che hanno nell’esporre i fatti. Bravi tutti. Continuate cosi, xchè la maggior parte delle persone apprezza il vostro lavoro. Grazie a voi la finestra sul mondo è aperta!

  2. A parte alcuni giornali – e mynews è fra questi – spesso non si fa imformazione ma opinione a danno della verità e delle persone. Ed è giusto che un giornalista che travalichi il limite debba essere querelato perchè la dignità delle persone non può essere offesa gratuitamente….anzi pe far guadagnare qualcuno aumentando le vendite/letture dei giornali. Per fortuna molti lettori non hanno l’anello al naso. OGGI OGNI GIORNALISTA CHE TRAVALICA IL LIMITE ETC DOVREBBE RISPONDERE CIVILMENTE E PENALMENTE DI CIO’ CHE SCRIVE come in tutte le professioni.