TUNNELSTUMPO
Foto Festa NO TUNNEL a pozzo dolce
TERMOLI – Come ha recentemente sostenuto qualcuno, le vicende dell’urbanistica termolese sono da 70 anni caratterizzate da scempi e devastazioni, per cui  lo “scandalo” del tunnel sarebbe un finto scandalo, se paragonato a quanto accaduto finora. Logica se non altro curiosa, in quanto gli scempi del passato non possono certo giustificare quelli futuri. 
Per questo noi del coordinamento No Tunnel da oltre due anni ci battiamo contro l’ennesima speculazione edilizia che l’amministrazione di turno intende caricare sulle spalle di Termoli e dei termolesi.

I termolesi… Si è detto di tutto riguardo agli abitanti di questa cittadina. Ricordiamo ancora i tempi della lotta contro l’installazione delle centrali turbogas a Termoli, quando i devastatori di allora scelsero di martoriare il nostro territorio (anche) perché la sua popolazione (cioè noi) eravamo considerati poco reattivi, poco inclini e predisposti alla protesta.

Sono passati oltre dieci anni da quella memorabile lotta (che pure ha ottenuto i suoi risultati) e a quanto pare qualcosa è cambiato da allora.
Qualunque cosa infatti sostenga l’attuale amministrazione comunale, che si prende la inconsueta briga di denigrare il lavoro e la manifestazione dei comitati e del Coordinamento  cittadino No Tunnel, il 27 maggio sono scese in strada centinaia di persone a viso scoperto e a testa alta. Queste persone hanno reclamato attraverso il ricorso alla piazza il DIRITTO ALLA CITTA’, cioè il diritto a partecipare nella gestione del piccolo territorio che vivono.

Nel nostro corteo, oltre a ribadire che TERMOLI NON SI VENDE, abbiamo detto chiaramente NO TUNNEL SI’ DEMOCRAZIA. Chiediamo un’urbanistica partecipata, dove amministrazione e cittadini costruiscano insieme la loro idea di città; chiediamo che non ci si accanisca contro il centro di Termoli, demolendo il Piano di Sant’Antonio e il Pozzo Dolce, ma che si riconosca il fatto che il tessuto sociale e quello urbanistico sono strettamente  e indissolubilmente intrecciati. Pertanto bisognerebbe iniziare piuttosto dai quartieri periferici, per recuperare e valorizzare, a partire dai bisogni delle fasce di popolazione più trascurate.
 
Ora, se non avessimo qualche anno di esperienza alle spalle, considereremmo una coincidenza il fatto che a seguito della nostra brutta, sporca, cattiva e poco riuscita manifestazione si siano succeduti alcuni fatti singolari (ed altri, siamo sicuri, seguiranno …) che di seguito elenchiamo:

Il primo: un consigliere comunale della blindata maggioranza termolese che sostiene rivolto ai cittadini di aver imparato: “potete rivolgervi a me per segnalare le difficoltà in cui versano le zone di Termoli”.
Il secondo: la ditta De Francesco, la stessa incaricata della devastazione di pozzo dolce e piazza sant’Antonio che improvvisamente (e provvisoriamente) cambia volto mostrando attenzione ai bambini, tra gli abitanti più trascurati di questa città priva di spazi verdi.
Il terzo: improvvisamente assessori e consiglieri si accorgono che esistono a Termoli anche le periferie, e che rimetterle al centro dell’azione amministrativa è una priorità per l’intervento in campo urbanistico (e non solo) nel nostro paese.

No; non può trattarsi di semplice coincidenza. 
Al contrario: la mobilitazione che abbiamo pazientemente costruito ed organizzato, il clima di partecipazione che abbiamo suscitato, l’insoddisfazione diffusa contro l’agire antidemocratico dell’attuale amministrazione che abbiamo incanalato nella piazza, tutto ciò sta producendo questi piccoli segnali da parte dell’amministrazione locale.
Noi li rivendichiamo: queste timide aperture sono, però, paragonabili ad una piccola fessura rispetto alla grande crepa che noi ci stiamo proponendo di aprire.
Attraverso questi accattivanti ma insignificanti interventi loro intendono pacificare le acque (non quelle puzzolenti del depuratore funzionante poco e male, quelle cittadine) e recuperare consensi in vista delle prossime elezioni. Noi del movimento No Tunnel, invece, vogliamo trasformare radicalmente il modo di vivere e pensare la città: perciò  continueremo ad agitarci, a studiare, ad organizzarci.
Comitato e Coordinamento No Tunnel
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