CostaTrabucchiMetereTERMOLI – Era sbarcato in Italia con 30.000 mercenari e 30 elefanti che portavano in groppa una “torretta” con dei soldati che potevano colpire dall’alto i loro avversari. I romani persero 15.000 uomini e Pirro 13.000: la vittoria aveva avuto un prezzo troppo alto e il generale, anziché festeggiare fu preso da grande sconforto. Quegli elefanti, se riflettiamo bene, somigliano molto ai “nostri” trabucchi e a quelli dipinti da Salvador Dalì. Con la sola differenza che nella “torretta” ci sono i nostri trabuccari, con le lance spuntate e senza munizioni, che hanno di fronte un nemico invisibile, irraggiungibile! Che non fa “sconti” a nessuno! Questa è la realtà!
Chissà se la nostra Amministrazione ha provato la stessa sensazione di sconforto quando il 14 luglio, ha dovuto approvare la delibera sulla “Costa dei Delfini” al posto della “Costa dei Trabucchi?!”.

Credo proprio di no! 
Il 14 luglio di un lontano 1789 era accaduto un fatto analogo. Solo che era il popolo che si appropriava del potere occupandone un simulacro: la Bastiglia! Che strana coincidenza. Oggi è accaduto esattamente il contrario! 

Insomma, per farla breve, dobbiamo constatare che ha vinto ancora una volta la “forza della politica” con un logo già eseguito, già pronto. E poi! C’era l’agosto termolese alle porte e non si sarebbe fatto in tempo a rifarne un altro…

Saranno felici i “delfini” al largo del mare della “Lanterna” genovese che si daranno delle grandi… paccate sulle pinne perché imitati dalla nostra regione, il Molise: una regione “senza storia” che ha perso un’altra occasione per crearsene una!

TrabucchiTalefineCertamente non l’hanno digerita i parenti dei “pescatori” e “trabuccari” che per generazioni hanno trascorso giorni e notti… una vita, “buttati” su quelle quattro tavole di legno delle “macchine da pesca”. Di sostentamento non solo alla propria famiglia ma a tutti quelli che si servivano di quel “pescato” per vivere. 
Il resto dei termolesi si sono visti passare, sulle loro teste, una decisione così importante. Peccato! Perché le premesse erano state buone e ci avevano creduto.

Ma, ubi maior… e il popolo si deve inchinare, “obtorto collo” alla volontà di chi ha deciso così. Anche questa è “democrazia”.
All’insegna, ancora una volta, del “Panem et circenses” che, tradotto nel linguaggio moderno si è trasformato in FUNNY, SUNNY, YUMMI – così nessuno ci capisce niente – passeremo un’estate all’insegna del divertimento, distesi al sole delle nostre spiagge e nella fragranza dei nostri cibi più gustosi.

Grazie, Amministrazione! 
A nome di tutti i trabuccari, dei pescivendoli e dei commercianti che quest’estate gioiranno con gli incassi guadagnati da tutte le manifestazioni dell’ Agosto Termolese sulle coste “du’ pajèse cchjù bbèlle du munne”: quello… di’ “Trabbucche”!

I “princìpi” contano poco: basta riempire la pancia e le tasche… degli altri, naturalmente!

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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.