TERMOLI _ Riteniamo utile, dire la nostra sulla questione della “colonizzazione” in atto che sta creando molte perplessità, sul merito e soprattutto sul metodo. Dopo l’incontro con l’assessore regionale al lavoro, ottenuto soprattutto grazie alla nostra pressione, (nonostante abbiano tentato di isolarci, per indebolire la nostra azione), si è perlomeno ottenuta subito una maggiore attenzione agli esclusi.

Un’attenzione che però, sembra voler privilegiare l’istituzione di un sostegno economico. Noi invece, vorremmo che ci si adoperasse anche e soprattutto, per far rispettare all’azienda l’accordo sul bacino, costituito a suo tempo, per tutelare gli interinali esclusi. Ribadiamo che noi, non siamo contrari in linea generale alla solidarietà tra stabilimenti, ci mancherebbe altro, ma chiediamo che venga rispettato, almeno in quota parte, l’accordo sul bacino degli interinali, altrimenti non si capisce perché l’abbiamo messo in piedi.

Non ci stiamo a passare, per coloro che prendono in giro le persone, soprattutto quelle meno tutelate, quali sono gli interinali.

Auspichiamo che l’azienda si decida a dare delle risposte concrete, nell’ambito del tavolo istituzionale che l’assessore si è

impegnato a realizzare in tempi brevi. In particolare sul futuro dell’area Cambi, dove al momento, non si intravede nulla di buono. Nel frattempo constatiamo amareggiati che l’azienda continua imperterrita, a portare avanti unilateralmente la sua strategia, spalleggiata da alcuni, diciamo così, “simpatizzanti”. Ci è stato chiesto senso di responsabilità, perché si devono assolutamente produrre 3400 motori 8V./giorno, vista l’enorme richiesta.

Noi siamo coscienti che ciò è importante, sia per l’immagine che per la tenuta dello stabilimento. Pertanto, siamo disponibili ad entrare nel merito della gestione, ma lo vogliamo fare con equilibrio, in modo socialmente accettabile, quindi chiediamo : Che l’aumento produttivo non vada gestito solo “importando” manodopera da altri stabilimenti, ma che, almeno in quota parte, si utilizzino i 400 ragazzi/ragazze messi fuori in seguito alla crisi e depositati, in attesa, nel cosiddetto bacino. Che l’aumento produttivo, da record, non porti benefici solo all’azienda, ma anche a tutti i lavoratori coinvolti, accettando l’idea di dare un contributo “una tantum”, a risultato ottenuto, con particolare attenzione agli addetti sulle “catene di montaggio”.

L’azienda, non può continuare con la logica di socializzare le perdite e capitalizzare i ricavi. Che non si mettano in atto “aggiustamenti” del sistema, senza passare per un confronto preventivo con la RSU di fabbrica. Queste nostre semplici richieste, sono il frutto della logica, tenendo conto dell’importanza che ricopre l’ottenimento della pace sociale, in un momento in cui il processo dovrà essere messo necessariamente in “tiro” produttivo. È da incoscienti credere di poter ottenere risultati utili, agendo unilateralmente, sperando che i soliti accondiscendenti, facciano da diga. Ricordiamoci cosa è accaduto quando si è sottovalutata la recente alluvione…

Le RSU di

UILM-UIL

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