TERMOLI – Venerdì 19 luglio, nei locali della Parrocchia S. Timoteo di Termoli, si è tenuto il primo incontro per affrontare le problematiche della sanità nella nostra Regione ed in particolare quelle dell’area del Basso Molise, e quindi verificare la possibilità di costituire un Comitato Civico a difesa dell’ospedale S. Timoteo di Termoli. L’invito è stato accolto da medici in servizio presso l’ospedale, medici attualmente in quiescenza  che hanno prestato l’attività professionale presso il San Timoteo, rappresentanti di associazioni di malati e di volontariato che operano nel settore sanitario, professionisti e cittadini sensibili alle problematiche sociali.

Il dibattito, ricco di interventi, ha rimarcato le criticità che da lungo tempo sono presenti nel nostro plesso ospedaliero e che si riflettono, oltre che sul personale che opera, soprattutto sull’utenza. Per troppo tempo l’ospedale S. Timoteo ha subito una non idonea politica sanitaria, con scelte a dir poco penalizzanti quando non scientemente finalizzate, con l’alibi della necessità della razionalizzazione, alla salvaguardia di altre realtà, dimenticando la complessità del territorio – il più grande Nucleo industriale della Regione con attività particolarmente a rischio, porto ed attività lavorative ad esso collegate, movimento turistico, centro e snodo delle più importanti arterie di comunicazione regionali, ecc. di cui il San Timoteo è polo.

Il fondo è stato raggiunto con il Piano Sanitario Regionale (PRS) 2013-2015, e la Direttiva con gli indirizzi di organizzazione per la redazione del piano aziendale, approvati con i Decreti del Commissario ad acta il 20 marzo 2013. Da questa programmazione si evince chiaramente la volontà di una politica sanitaria ospedaliera fortemente a favore delle strutture private accreditate, a danno totale degli ospedali pubblici. L’ospedale Cardarelli di Campobasso non subiva alcuna decurtazione come pure le altre strutture private – Villa Ester e Villa Maria – mentre per gli ospedali di Venafro e Larino si prevedeva la riconversione e per l’ospedale S. Timoteo la riduzione  a soli 120 posti letto: quasi  la funzione di un grande pronto soccorso e centro di smistamento dei malati alle altre strutture. Fortunatamente il PRS, con la direttiva, è stato osservato da parte dei tecnici del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia nella seduta di aprile u.s., ritenendolo non appropriato e non conforme alle norme e agli indirizzi indicati in precedenza.

Nel frattempo, si è verificato anche l’avvicendamento del Direttore Generale dell’ASREM, Dott. Percopo attualmente destinato ad altre funzioni, con il Soggetto Attuatore  Dott. Carmine Ruta.  Il Dott. Ruta, nel dar seguito alle indicazioni del tavolo tecnico, ha redatto il Piano Operativo, che, da quanto è dato sapere dalla stampa oltre che da quanto illustrato nell’incontro tenutosi al S. Timoteo dallo stesso con il Presidente Frattura ed i primari, cambia totalmente l’impostazione e la programmazione, riportando l’attenzione sulle strutture ospedaliere pubbliche e riducendo quelle private alla loro funzione di supporto ed integrazione. L’ospedale S. Timoteo sembra riassumere il ruolo che gli spetta, con un incremento degli attuali servizi ospedalieri. Tale positiva attenzione verso il nostro ospedale certamente non è frutto di “simpatia”, ma dettata da una analisi approfondita sia dal punto di vista dei servizi da garantire ad un’area, Basso Molise, con una popolazione di oltre 100.000 abitanti, e che in estate raggiunge oltre 150.000, anche dal punto di vista economico. La maggiore mobilità passiva extraregionale (oltre il 30%), sia dei ricoveri che della specialistica, si ha con la Regione  Abruzzo: quindi potenziare l’ospedale S.Timoteo significa anche avere meno mobilità passiva, maggiore mobilità attiva, e quindi beneficio anche economico.

Il nuovo Piano Operativo è stato presentato al tavolo tecnico nell’ultimo incontro tenutosi a Roma, il 16 u.s.. Da quanto si è appreso, è stato accertato un deficit per l’anno 2012 di circa 60 milioni di €, ben superiore ai 30 milioni dichiarati e programmati con un piano di rientro entro il 2015. Questo significa che quanto finora fatto dovrà essere rivisto. Considerato che la problematica presenta soluzioni oscillanti, si ritiene indispensabile seguire il tutto con attenzione. Da qui l’esigenza di un Comitato Civico la cui funzione non vorrà essere di sola e costante vigilanza e tutela, ma anche quella di avanzare  proposte a salvaguardia della salute di tutti i cittadini.

Per i promotori l’appuntamento è alla prossima settimana per l’approvazione dello statuto e dell’atto costitutivo. Il Comitato è aperto alla partecipazione e al contributo di tutti i cittadini sensibili della problematica.

Per il costituente comitato civico
ing. Nicola Felice

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2 Commenti

  1. è una giusta causa speriamo che non sia strumentalizzata
    nel “99” un’altro comitato salvò l’ospedale di termoli con una raccolta firme ,quasi 15000, che furono consegnate al consiglio regionale e contribuì non poco a mettere in crisi l’allora governo regionale ma soprattutto ottenne il risultato di sventare l’attacco all’ospedale di termoli. ora c’è da sperare che avvenga altrettanto perchè gli attuali governanti comunali non sono credibili come disinteressati paladini della termolesità che è nata gia schiava dello iorismo isernino ed è difficile credere alle loro battaglie, al palasport non si è presentato neanche un cane,roba da dimissioni politiche immediate.i tempi duri passeranno e se riusciamo a resistere nella conservazione dei reparti tra qualche tempo le finanze saranno sufficienti. MA ATTENZIONE LA SANITA’ NON E’ SOLO OSPEDALE MA AL 50% E’ ANCHE MEDICINA DEL TERRITORIO,infatti dell’ospedale si ha bisogno una tantum ma dei medici del territorio,medico di famiglia,118,guardia medica,medici specialisti ambulatoriali,medici,ufficio di igiene e dei controlli degli alimenti medici del carcere,si ha bisogno tutti i giorni.