Termele da lundane me pare come e ‘nu bastemente a mmizze ‘u mare” 
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Malta:isola di Gozo-Dwejra e la Finestra Azzurra
TERMOLI –  Così recitava Raffaello D’Andrea qualche anno fa, parlando del suo paese che a quei tempi aveva una popolazione di poco maggiore dei residenti oggi sull’isola di Malta
Non è un caso che i 629 migranti  della nave al largo dell’isola somiglino tanto agli abitanti del Borgo o Paese Vecchio di Termoli, che dir si voglia.
Sono partiti dalla Libia per approdare nel continente, non in un’isola che contiene a mala pena i suoi abitanti! Li dirottiamo in Italia? In Spagna? Oppure verso la Germania?

Come pesci in un “acquario” vero e proprio, si aggirano, si muovono disorientati, vivono  momenti di vita drammatici; giorni e notti trascorsi, proprio come i pesci: aprono e chiudono la bocca per respirare senza sapere che fine faranno.
Vanno alla ricerca di un luogo, una terra…non promessa, dove poter vivere in pace. Se mi si consente il paragone, in senso lato  somigliano ai residenti del Paese Vecchio, ancora alla ricerca di un territorio dove espandersi. Anche loro navigano a vista. Come i pesci-ospiti dell’Acquarius, eseguendo sempre gli stessi percorsi, costretti e imprigionati  nel loro spazio vitale. Il resto della città non lo percepiscono; ne potrebbero fare addirittura a meno: è riservato alle macchine, alle attività commerciali, al progresso!
Il piccolo Borgo di marinai perde, così,  tutte le ambizioni per diventare al di fuori della cinta muraria una cittadina moderna. È ferma alla città murattiana e non ne vuol sapere di espandersi, di migliorare. E mentre il tempo passa e i suoi abitanti si crogiolano pensando al passato e alle belle tradizioni di una volta, in politica la sinistra cede il passo ad una destra arrogante e velleitaria che da sempre  blocca  i  vari… Acquarius che sono arrivati anche nell’Adriatico.
Così, la nostra cittadina, che avrebbe tutte le carte in regola per divenire il centro più importante e interessante della Regione, ancora una volta, resterà a guardare, come in un… acquario, l’espansione  delle altre città meno dotate da un punto di vista sia urbanistico che territoriale  E, poiché anche noi abbiamo un porto, il prossimo Acquarius potrebbe sbarcare proprio sulle nostre coste. Leghisti e anche pentastellati consensienti! 
Ma come si è potuto fare avanzare così la Lega?! Salvini, dopo aver detto peste e corna fino a ieri contro i “terroni” e la Roma “ladrona”, oggi, come ministro degli Interni, ci dirà come comportarci con le migliaia di persone, donne e bambini che arriveranno al largo del nostro porto o nelle acque di Rio Vivo come… pesci in un ennesimo Acquarius che “a cui sarà vietato  approdare”. 
Sembra di essere ritornati alle guerre di Secessione americane: i bianchi contro i neri! Una cosa assurda! A questo ci ha portato il progresso? 
Dalla mia finestra si stagliano profili di grattacieli, una parte della città  formata di  torri alte oltre cento metri, simboli del progresso raggiunto con la nostra volontà e intelligenza. Stanno a significare che gli…“Acquarius” sono presenti in tutte le città del mondo e cambiano solo forma e funzione. Essi sono dentro di noi e non vanno trasformati in tante bare di corpi nel fondo dei nostri mari!
Insomma. Se da un lato è giusto conservare i vecchi valori acquisiti, non si può trascurare il fatto che l’evoluzione e la crescita di una città debba portare  essenzialmente una trasformazione a beneficio dei suoi abitanti. Invece, il nostro piccolo paese rivierasco potrebbe fare la fine dell’Acquarius: il Borgo Vecchio abbandonato al largo “come e ‘nu bastemente ‘a mmizze ‘u mare”, senza nessuna possibilità di ulteriore sviluppo! 
Nei prossimi anni la popolazione sarà governata da un potere subdolo ed egoista che non fa sconti a nessuno: un vero e proprio regime di destra di chiara memoria che si pensava non potesse più tornare.
Termoli si appresta a passare un periodo buio che, sotto l’apparente “conservazione delle sole tradizioni a tutti costi”, rinuncerà ad un progresso che le era stato offerto su un piatto d’argento dalla propria Regione.
Che inutile spreco di tempo e di denaro!

Saverio Metere

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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.