ROMA –  La bocciatura della Commissione Via-Vas al raddoppio della tratta ferroviaria Termoli-Lesina va inquadrata nei termini giusti. In questo caso parliamo in particolare del primo lotto, tra Termoli e Ripalta, del raddoppio ferroviario sulla linea Adriatica Bologna-Lecce. Il progetto è la variante di tracciato che invece di essere in affiancamento all’autostrada, su richiesta della Regione Molise nella tratta Termoli-Ripalta, è stato spostato verso l’interno con una maggiore spesa di oltre 100 milioni di euro e 2 anni in più di progettazione.

Ma c’è una questione dirimente: la Commissione VIA che ha dato parere negativo all’infrastruttura non è quella insediata da poche settimane grazie al lavoro del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, composta da tecnici competenti, ma quella precedente per lo più formata da giuristi spesso nominati da politici di professione ed ex ministri, proprio gli stessi che oggi criticano il Governo. Forse quello in atto è un maldestro tentativo di boicottare l’azione del Governo proprio nel giorno dell’annuncio delle semplificazioni necessarie al rilancio del Paese. Ed è vergognoso tentare di fare politica bloccando opere vitali per i cittadini.

Dico questo in quanto, ad esempio, ancora non si capisce perché l’esame in Commissione VIA sia cominciato ad agosto 2019 e non si sia correttamente concluso a ottobre 2019, come prevede la norma. Essendo un’opera tra quelle nella Legge Obiettivo, il comitato tecnico VIA avrebbe dovuto chiedere eventuali integrazioni entro 30 giorni (dunque settembre 2019) ed esprimere parere entro 60 giorni (ottobre 2019). Se si fossero rispettate le scadenze, a novembre scorso si sarebbe potuto esprimere il Consiglio di Stato e a gennaio 2020 sarebbe stato possibile il bando di gara.

La Commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale è chiamata giustamente ad esprimersi sugli effetti del cantiere e della presenza di un’opera sul contesto ambientale. Tuttavia non si comprende perché non abbia avanzato un parere positivo con una serie di prescrizioni, come accaduto in tanti casi analoghi. Quindi c’è il sospetto che qualcuno abbia potuto usare questa valutazione tecnica per dare sponda ad una critica politica infondata.

Comunque sia, nessuna delle motivazioni appare insuperabile e certamente si può operare per mitigare e compensare tale impatto; tra l’altro queste valutazioni hanno un legame con l’esecuzione del progetto, cioè con la cantierizzazione dell’opera.

Ma resta inaccettabile che un’infrastruttura strategica per lo Stato italiano, programmata nel 2001, ancora oggi non sia stata realizzata. È ora che nei ministeri i dirigenti si adoperino per avere i pareri nei tempi stabiliti, perché ogni ulteriore ritardo è intollerabile. Il ministro Costa e la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, non possono essere oggetto di sciacallaggio politico, né possono essere addebitare responsabilità a RFI.

Da entrambi i ministeri ho già avuto rassicurazioni che la Termoli-Lesina resta prioritaria e che verranno avviate presto tutte le interlocuzioni necessarie a superare le criticità contenute nel parere. L’opera è fondamentale per superare i rallentamenti della ferrovia Adriatica e, in prospettiva, agevolare l’alta velocità aumentando il numero delle corse. Lo ha confermato anche il Governo che l’ha inserita tra le opere da sbloccare tramite il Decreto Semplificazioni.

La vicenda conferma l’importanza dell’approvazione in Consiglio dei Ministri di questo Decreto, perché se vogliamo realizzare in tempi rapidi infrastrutture che servono al Paese dobbiamo necessariamente snellire alcuni passaggi burocratici.

Antonio Federico

Portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati

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