Sig. Presidente,
Noi, con l’ingenuità e la fiducia che riserviamo al nostro prossimo, ingannati da promesse che avevano il solo scopo del consenso elettorale, riteniamo di essere vittime di un ingiustificato atto di iniquità. Questo territorio già povero di risorse, più volte in passato maltrattato e penalizzato da una politica che toglie ai poveri per dare ai ricchi, è stato lentamente sfogliato e privato di strutture e servizi; ed oggi vede compiersi uno degli atti finali.
Con la delibera n° 1261 del 28 novembre 2008, e successivi provvedimenti, si sopprimono all’ospedale “ Vietri” di Larino, i reparti di Pediatria-Nido, Ostetricia, Ginecologia e con un ridimensionamento drastico si mortificano tutti i sui punti di eccellenza, pur essendo ubicato in un’area povera di servizi, seppure abbia avuto una gestione virtuosa , si decide in nome del Piano Sanitario Regionale, per un accorpamento di reparti e servizi a beneficio dell’altro ospedale situato sulla costa, ed in contemporanea a tale provvedimento si implementano e potenziano altre strutture ospedaliere pubbliche di unità stroke unit.
Nell’operazione di riordino non si è data nessuna importanza alla funzione socio- economico che il “Vietri” ricopre: a nulla è servito far notare che l’intera Larino si è sviluppata intorno al suo ospedale, come a nulla è servito far notare che l’intera economia del paese ruota intorno ad esso; i tanti operatori commerciali possono ben dunque, andare ad ingrossare le file dei disoccupati.
Nessun privilegio per un ospedale che fu il fulcro delle operazioni di soccorso nel terremoto 2002; quasi ad ignorare che le famigerate faglie tettoniche sono sempre sotto le nostre abitazioni. Ma la vera beffa che l’area del cratere sta ricevendo è nella noncuranza che ha il sapore del disprezzo, con cui i numerosi appelli lanciati da noi donne sono stati accolti da chi ascolta, ma non sente.Ci è stato chiesto di fare “qualche sacrificio”, in nome di un deficit economico sanitario, di cui di certo non possono esserci addossate delle colpe.
Il vero “sacrificio”, sopprimendo l’intera area materno-infantile, dovranno compierlo le donne, cioè tutte le gestanti le mamme e le nonne, residenti nei 14 comuni immediatamente vicini all’Ospedale di Larino, ma parecchio distanti dal nosocomio costiero. Queste signore, nel pieno di un’emergenza medica come potrebbe essere una minaccia d’aborto, un distacco di placenta, un parto precipitoso o con un bambino in preda a convulsioni dovranno percorrere, per ricevere soccorso, anche 80 km di strada, in un sistema viario disastrato. Faremo in tempo a salvare i nostri figli?
E’ un “sacrificio” di sangue quello che ci viene chiesto di compiere? Non è stato già pagato da questo territorio, un prezzo elevatissimo di piccole vite? Sig. Presidente, questo popolo così fiero e dignitoso è contento di essere indiscriminatamente figlio di Dio e non dimentica mai le infinite possibilità che nascono dalla fede, ma con questa lettera, la nostra mano è protesa verso di Lei, La prego, l’afferri, non ci faccia annegare nell’indifferenza e nell’incuria, non permetta che tale scempio avvenga.
Dilma Baldassarre