ClandestiniTutti

TERMOLI – Una Regione di cui pochi conoscevano l’esistenza è arrivata, d’improvviso, all’attenzione di tutti mass media nazionali. Nelle varie passerelle di politici che si avvicendano a Termoli, è giunto così anche Matteo Salvini, segretario della Lega, in lizza alle prossime elezioni regionali nella coalizione di centrodestra.

Il partito che ha fatto dell’odio verso gli extracomunitari e dell’amore per le ruspe contro i campi Rom il suo cavallo di battaglia politico, approda anche a Termoli – Un tempo erano il muro e i meridionali: sì ma adesso i loro voti fanno comodo!

Piazza del Duomo risulta non gremita, va detto, e in gran parte movimentata dalla coalizione del centrodestra e, probabilmente, da amici e parenti dei candidati, tutti schierati dietro il proprio leader sul palco. Tuttavia, bisogna pure evidenziare che si è trattata di una presenza affatto trascurabile, considerato che un tempo un comizio del genere avrebbe rischiato quasi “pesci in faccia” e seri problemi di ordine pubblico, persino a Termoli e nel nostro placido Molise.

Adesso, però, sembrerebbe tempo di “responsabilità” e di “affidabilità”. Sono in diversi, infatti, i leader politici “in odore di governo”, che oggi stanno rivedendo alcune loro posizioni in politica economica o in politica estera…

Ad accoglierlo, all’ingresso del borgo antico, c’era un nutrito drappello di contestatori, i quali, ben cordonati dalle forze dell’ordine, che ne hanno impedito qualsiasi contatto, hanno esposto uno striscione con la scritta: “Siamo tutti clandestini!”.

Man mano che, alla spicciolata, il pubblico di uditori si avviava verso la piazza dove era previsto il comizio, passando silenti osservavano il sit in e gli striscioni esposti contro la Lega. Qualcuno voleva interloquire con i contestatori e persuaderli che sbagliavano a criticare “il buon Matteo”, ma in realtà, forse, volevano convincere per primi loro stessi. Altri erano chiaramente solo dei curiosi: ormai la politica è declassata al rango di personaggi da “Isola dei famosi”. La maggior parte, però, osservava silente e filava via a capo chino, magari con un vago senso di vergogna.

In piazza Salvini lo ripete ossessivamente, come una litania, il canovaccio politico che ha solleticato la pancia di molti italiani, anche del sud: “Prima gli italiani e fuori gli immigrati”, ovviamente fuori anche dal Molise. Sorvola sulle beghe giudiziarie che hanno coinvolto esponenti del suo partito…

Faceva dire Tarkovskij, il grande regista russo, ad uno dei personaggi dei suo film, che la vergogna è il sentimento che salverà l’uomo. E in effetti, ci sarebbe motivo di imbarazzo reale sostenere un partito come la Lega per i molisani. Un popolo di emigrati che vive in un piccolo territorio stuprato da speculazioni e malversazioni, con servizi pubblici primari ormai al collasso ed una disoccupazione esagerata. Ma davvero si può pensare che il nemico, infine, sia il povero extracomunitario e non già chi ci governa da un po’ di anni falcidiando diritti, salari e stato sociale?

Davvero ci si sente appagati da un politicante che promette, prioritariamente, di scacciare giovani donne e giovani uomini che fuggono da guerre e da povertà?

Intanto, qualcuno nel nome dell’onestà e del ricambio generazionale assicura che le cose cambieranno radicalmente col prossimo governo… Staremo a vedere, anche se nella rosa delle ipotesi di alleanza figura anche chi ha generato in passato questo stato di cose. In pole position, tra i papabili e più accreditati alleati, figura la Lega di  Salvini. Vedremo a tempo debito cosa accadrà.

Ad ogni modo, sia per il governo nazionale che per la nostra Regione, il rischio del “gattopardismo” è sempre dietro l’angolo e come diceva Tancredi, nel celeberrimo romanzo del Tomasi Di Lampedusa, “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.”   In fondo, la Sicilia non è così lontana…

Antonello Manocchio

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