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CAMPOBASSO _ Abbiamo sinora lasciato correre ma credo che sia arrivato il momento di smetterla di strumentalizzare qualsiasi cosa accada nel centro storico legandolo continuamente alla “movida” creata dai pub della zona. Partendo dal presupposto che prima dell’ oramai lontano 1997 via Ferrari, via Marconi, via Cannavina e via Ziccardi rappresentavano solo una zona cupa senza vita e senza valore immobiliare e commerciale con l’avvento della zona franca delle licenze al centro storico tale zona ha superato questo evidente stato di degrado. E tutto ciò grazie proprio al “proliferare” di locali che con investimenti e sacrifici di famiglie cercano di inventarsi un lavoro.

Ma questo sforzo meritevole rischia di essere vanificato dalla voce di organi di informazione che evidentemente non avendo altro da scrivere di più importante amplificano, non si sa per quale forza occulta, casi isolati che accadono proprio al centro storico. Da premettere inoltre che proprio la nostra federazione ha lanciato un monito all’amministrazione, su quale potevano essere le aperture indiscriminate senza programmazione. Ma ad oggi, nonostante la legge comunitaria Bolkestein entrata pienamente in vigore da oltre un anno preveda l’apertura di nuovi pubblici esercizi tenendo conto di alcuni parametri sia di impatto ambientale che strutturale, nel capoluogo ancora vige il vecchio sistema autorizzativo. Riteniamo inoltre che prima di criminalizzare un’intera categoria bisogna verificare realmente cosa succede in queste famigerate notti e questo non credo avvenga molto spesso. Invitiamo allora i “giornalisti fustigatori” a fare un giro a chiusura locali per verificare con i propri occhi gestori e dipendenti (e ne sono tanti) che con ramazza e paletta spazzano la piazza per intero.

Forse nessuno poi si è accorto che alcuni (anche se non tutti) universitari stranieri del progetto Erasmus lasciano indegnamente bottiglie carte e bicchieri, accompagnato da canti e balli popolari, senza aver però consumato e speso nulla nei famigerati pub, anzi creando problemi che poi vengono associati ingiustamente ai pubblici esercizi del posto. Non dimentichiamo inoltre che al centro storico ci sono circoli privati che somministrano senza limiti a prezzi irrisori e senza orari evitando dribblando anche gli obblighi fiscali e contributivi. Ma probabilmente chi non vive la notte non sa che di quello che viene consumato. E forse non sa che neanche un euro è stato speso nei locali bensì nei supermercati, probabilmente discount, considerando il basso livello dei prodotti acquistati. Merce che sicuramente non proviene da alcun pub della zona, visto che la professionalità intrinseca nei nostri operatori prevede la fornitura di alcool bevande e cibi di ottima qualità così come di ottima qualità è il servizio e l’accoglienza offerta.

Il Presidente FIPE/Regionale (Paolo Santangelo)

2 Commenti

  1. pubblici esercizi nel centro storico
    si muovono finalmente. Si muovono i protettori degli esercenti, rivitalizzano il centro storico e valorizzano le abitazioni. Mistificatori, da quando ci avete invaso le nostre case non le vuole più nessuno. Un calmante per ogni notte destinata all’insonnia. Caro presidente, se lo metta sotto casa un PUB, poi ne riparliamo e la esorto a rivitalizzare il suo quartiere. Vedrà che la città si regge sulle pinte di birra.

  2. Caro presidente,
    tra i gestori di pub ci saranno anche persone zelanti e animate da senso civico, ma quello che io vedo di continuo sono proprietari di pub che si allargano sempre di più con i tavolini, sparano la musica a tutto volume per attirare i clienti fino al karaoke, all’arrosto per strada. Noi non abbiamo bisogno di vedere quello che accade nella notte, lo osserviamo e lo SENTIAMO di continuo, anche ora. Che squallore, la confusione spacciata per rivitalizzazione, l’inciviltà per imprese familiari, mentre l’agenzia che ha preso in carica la mia casa, mi ha detto che “in questo posto non la comprerà nessuno”. Tutte le città stanno tornando indietro, rispettando il bisogno di chi vuole solo dormire, diritto inalienabile,ma noi che viaggiamo con decenni di ritardo su tutto, pensiamo ancora che la ricchezza di una comunità consista in quanti schiamazzi si moltiplicano nella notte. Provate a chiedere, come ha fatto il sindaco di Bari, con un referendum se vogliamo essere rivitalizzati alle vostre condizioni; il risultato sarà sorprendente! Oppure, più semplicemente, compratevi le nostre case. Per noi sarà un provolegio andare via da questo posto che non conosce il RISPETTO