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CAMPOBASSO _ Quella che si è presentata agli automobilisti ed ai pedoni in transito su via Mazzini, poco dopo le 18:00 di ieri, poteva sembrare una scena di un action movie adrenalinico o, quantomeno, una scena surreale di vita quotidiana. Purtroppo, però, era la cruda realtà di una tragedia sfiorata soltanto grazie al sangue freddo, alla pazienza ed alla reattività di alcuni Carabinieri. L’uomo, P.G., 55enne residente a Campodipietra, aveva programmato di protestare all’interno della caserma dei Carabinieri di via Mazzini, per il furto di un motore di autovettura patito mesi addietro, del quale riteneva responsabili i militari per non aver subito rinvenuto il bene di sua proprietà. Ed aveva programmato di farlo non con serenità o nelle forme consentitegli, ma irrompendo in caserma armato di un’affilata roncola taglialegna, che aveva preso a brandire verso chiunque incontrasse sul suo cammino, minacciandoli di morte.

Così aveva fatto con il militare di servizio all’ingresso, e così anche con alcuni cittadini che erano in sala d’attesa. Poi, quando il primo Carabiniere che aveva incontrato aveva richiesto l’intervento dei colleghi negli altri uffici, l’uomo aveva continuato a minacciare di morte anche i militari sopraggiunti, brandendo con vigore, anche verso di loro, la roncola. L’intervento del personale in divisa lo aveva indotto a indietreggiare fino a portarsi fuori dalla caserma ed a rimanere nei pressi della sua autovettura, sempre con la roncola minacciosa bene in vista, che non aveva rinunciato ad impugnare nonostante i ripetuti inviti dei Carabinieri. Per alcuni minuti, la situazione è rimasta in stallo poiché il brandeggio dell’arma da parte del malintenzionato, non consentiva un’azione di disarmo priva di rischi per l’incolumità sua e dei militari presenti.

In quel frangente, per fortuna, sul posto giungevano casualmente due militari del Comando Provinciale di Campobasso in abiti borghesi, un Ufficiale ed un Sovrintendente i quali, avendo realizzato la gravità della situazione, si aggiungevano ai colleghi pronti a coordinare un’azione congiunta, alla prima favorevole occasione, per rendere inoffensivo l’uomo armato di roncola. Ai Carabinieri, poi, si aggiungevano due colleghi di una pattuglia della Polizia Stradale che, casualmente, transitando per via Mazzini, avevano osservato la scena. Senza profferire parola, soltanto guardandosi negli occhi, i Carabinieri presenti sul posto concordavano un piano d’intervento. L’Ufficiale ed un collega della Stazione tentavano di tenere impegnato l’uomo in conversazione, fino a quando un terzo collega in borghese, dopo aver fatto il giro dell’autovettura, si posizionava sul lato del passeggero pronto ad intervenire tramite il finestrino. Come sperato, il movimento distraeva il malintenzionato il quale, cercando di non essere sorpreso dal lato cieco, si voltava dando così le spalle all’Ufficiale che era sul lato sinistro. E proprio quella frazione di secondo è bastata al militare per scattare in avanti e lanciarsi, con il peso del proprio corpo, sull’uomo armato, facendolo distendere sui sedili della macchina e serrandolo in una poderosa morsa, a causa della quale la presa sull’impugnatura della roncola, si allentava.

L’arma rovinava sul pavimento dell’autovettura ed a quel punto veniva subito recuperata, tramite il finestrino, dal Brigadiere che la passava subito ad uno dei due Agenti della Stradale nelle sue vicinanze; lo stesso militare, poi, dopo aver garantito la custodia dell’attrezzo tagliente, si portava dall’altro lato del veicolo per aiutare l’Ufficiale e gli altri militari ad estrarre il 55enne dall’abitacolo, e condurlo in caserma ove veniva reso definitivamente inoffensivo. La perquisizione condotta sull’autovettura, consentiva di rinvenire, anche un’asta di legno con punta metallica, poi sequestrata insieme alla roncola. Al termine degli accertamenti e delle formalità di rito, l’uomo veniva dichiarato in stato di arresto per minaccia e violenza aggravata a Pubblico Ufficiale, e porto abusivo di strumenti atti ad offendere. Per il 55enne la serata si è conclusa in una cella di sicurezza della caserma di via Mazzini, in attesa delle determinazioni della competente Autorità Giudiziaria.

La vicenda di ieri, il cui epilogo come si diceva è stato meno drammatico di quel che poteva essere, ha dimostrato ancora una volta che il sangue freddo, la determinazione e la reattività dei Carabinieri hanno risolto una situazione molto delicata, senza danno per l’incolumità delle persone coinvolte.