LARINO _ La proroga dello stato di criticità nei Comuni colpiti dal terremoto del 31 ottobre 2002 rappresenta un diritto per tutti i cittadini che attendono il completamento delgli interventi di ricostruzione. Da un mese e mezzo, invece, la mancanza di questo provvedimento ha bloccato la macchina amministrativa che gestisce gli uffici in tutti i paesi e consente di impegnare le risorse stanziate per i progetti approvati e quelli ancora da esaminare.
Sono innumerevoli i disagi che si segnalano nei paesi: ritardi nei lavori, ritardi nei pagamenti alle ditte edili appaltatrici, ritardi in tutte le procedure che riguardano il post-sisma, in altre parole ci troviamo di fronte a un vero e proprio caos gestionale. Si tratta di una situazione inaccettabile e incomprensibile, in quanto due anni fa il Governo nazionale, aveva già previsto questa proroga quando, con il passaggio da “stato di emergenza” a “stato di criticità” era stata stabilita una durata di almeno tre anni, compreso il 2012 per poi ragionare sul futuro. Questo non è avvenuto, per mere ragioni burocratiche e la miopia del Governo con i conseguenti ritardi nella firma del provvedimento nonostante la Regione abbia già trasmesso tutte le integrazioni richieste e rappresentato la grave situazione creatasi.
In tale contesto di incertezza i sindaci dei Comuni terremotati, giustamente, si sentono disorientati e chiedono da giorni una risposta, poiché senza il provvedimento non si dispone di uno strumento normativo che autorizza il funzionamento degli uffici sisma dove operano decine di figure professionali che in questi anni si sono formate, hanno acquisito nuove competenze e conoscono da vicino tutti i meccanismi della ricostruzione post-terremoto. Un lavoro significativo, arenatosi a causa dello stop del Governo tecnico che non recepisce le reali esigenze delle popolazioni, in un momento topico: grazie all’impegno del Presidente, Michele Iorio, le risorse – pari a 346 milioni di euro – sono finalmente disponibili e permettono di completare i lavori con il relativo rientro delle famiglie ancora residenti in alloggi provvisori.
Date le circostanze, non servono le polemiche, ma come al solito assistiamo a prese di posizione pretestuose e strumentali, atteggiamenti lesivi dei diritti delle comunità terremotate e dichiarazioni prive di senso da parte di chi contribuisce solo a creare confusione ipotizzando tempi e modalità diverse da quelle richieste della Regione che, è bene ribadirlo, sono esclusivamente quelle di prorogare l’attuale ordinanza. Occorre, invece, un rinnovato impegno, da parte di tutti, per ottenere la firma di un provvedimento indispensabile per i Comuni terremotati. E ciò significa coinvolgere tutte le parti impegnate nella ricostruzione: amministratori, imprese, tecnici e cittadini, anche attraverso la loro concreta mobilitazione. Ci siamo fatti sentire da Governi di centrodestra e di centrosinistra e non è possibile che ora un Governo tecnico rimanga sordo alle nostre legittime richieste. Bisogna fare in modo che possa ascoltare la voce delle aree colpite dal sisma attraverso la necessaria proroga dello stato di criticità”.
Il consigliere regionale delegato per la ricostruzione
Nicola Eugenio Romagnuolo