TERMOLI _ Sull’inserimento del riconoscimento delle radici cristiane nello statuto regionale, è intervenuto oggi il segretario provinciale del Partito Socialista Matteo D’Errico.
Risulta evidente il contrasto con lo spirito e la lettera della Costituzione italiana e di quella dell’Unione europea la sola presentazione di questo emendamento. Se proprio di “radici” vogliamo parlare è utile ricordare che il Molise, nella sua storia, fu terra dei Sanniti, razziato dai Goti, conquistato dai Longobardi, invaso dai mercenari bulgari, passato ai normanni e poi all’imperatore Federico II. Invaso dagli albanesi e dagli slavi. In epoca angioina e aragonese, fu unito alla Capitanata. Occupato dai francesi e passato sotto la dominazione borbonica. La cosa più sensata che il Consiglio regionale deve fare è quella di evitare il “riconoscimento delle radici” e andare dritta ai veri nodi che la riforma dello Statuto impone, tenendo conto del fatto che i molisani desiderano diventare, a pieno titolo, cittadini italiani ed europei, in una Regione risanata, efficiente e progredita. Tutti i rappresentanti al Consiglio regionale si impegnino per questo.
Matteo D’Errico