Molise tra crisi demografica, economica e servizi essenziali in difficoltà.

TERMOLI – «Ieri, 27 dicembre, è ricorso il 62° anniversario dell’autonomia della nostra Regione Molise.
Non risulta vi sia stato alcun atto significativo a ricordo dell’evento, né alcuna presa di posizione da parte delle autorità sull’importanza e sulla necessità di difendere e preservare l’autonomia regionale.
Ad eccezione di una dichiarazione rilasciata a una emittente televisiva locale dal Presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante, e di un intervento del presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali, dalla restante classe dirigente – passata e presente – si è registrato un assordante silenzio sulla ricorrenza.
Se così è, quale ne è il motivo?
Forse qualcuno inizia a prendere atto delle crescenti difficoltà nel conservare anche per il futuro l’autonomia regionale? Difficoltà legate al continuo calo demografico – oggi il Molise conta circa 288 mila abitanti – e a una crisi economica, sociale e occupazionalecertificata dai principali istituti statistici pubblici e privati.
Senza dimenticare le condizioni in cui versano i servizi essenziali per i cittadini, a partire dalla Sanità, commissariata da oltre 16 anni e che proprio in queste ore è attraversata da forti contrasti tra i vari soggetti preposti. Una situazione che, purtroppo, caratterizza il nostro Molise da troppo tempo.
Dell’autonomia conquistata nel lontano 1963 si racconta che, dopo l’approvazione della legge dello Stato che, con la scissione dall’Abruzzo, istituì la Regione Molise autonoma, l’onorevole Amintore Fanfani – allora segretario della Democrazia Cristiana – rivolgendosi alla delegazione parlamentare molisana (Magliano, Sedati, La Penna, Sammartino), che aveva sostenuto con determinazione l’iniziativa, pare abbia esclamato:
“Dio mio, cosa oggi mi avete fatto fare!”
Col senno di poi, alla luce dello stato di difficoltà non solo economica e sociale, ma anche della scarsa efficienza ed efficacia della classe dirigente in cui ormai da tempo vive il Molise, privo di reali prospettive soprattutto per i giovani, costretti da anni ad emigrare, forse in tanti oggi iniziano a ritrovarsi nel pensiero della “buonanima” di Fanfani.
Senza escludere che gli stessi Magliano, Sedati, La Penna, Sammartino e altri protagonisti di quella stagione, che tanto contribuirono alla crescita del Molise, oggi, sconsolati, si stiano rigirando nelle loro tombe».
Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo e
Consigliere comunale di maggioranza di Termoli.















