Dal commissariamento alle proposte concrete: come rendere la sanità molisana competitiva, efficiente e appetibile per medici e pazienti.

CAMPOBASSO – «Premesso che ogni iniziativa volta alla tutela del bene comune trova il mio favore e consenso “La sanità attrattiva” è un concetto serio che va affrontato con serietà.
“La sanità attrattiva” si riferisce alla capacità di un sistema sanitario di attrarre sia pazienti (mobilità sanitaria) sia professionisti. È la soluzione per rendere le regioni più competitive, efficienti e desiderabili sia per chi si cura sia per chi lavora nel settore. Ma questo è possibile solo se si affronta la carenza di personale e si valorizza la professionalità.
Un obiettivo che richiede organizzazione, riorganizzazione, investimenti e riforme per garantire efficienza, qualità e sostenibilità.
«Ormai è un dato certo e di fatto la carenza del personale medico e paramedico. C’è una fuga di medici e infermieri dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). È un dato certo la mancanza di medici anche grazie alla gestione folle dell’accesso alla facoltà di medicina con il numero chiuso. È un dato certo che nessuno può costringere nessuno per curarsi. Oggi molti rinunciano alle cure per le lunghe liste di attesa, per mancanza di risorse economiche. Molti si rivolgono al privato, aumentando la pressione sul pubblico. È infine certo che nessuno può costringere i medici a partecipare ad un concorso.
Ciò premesso i medici oggi partecipano a concorsi che consentono loro di esercitare la professione adeguatamente in un posto con casistiche quanto meno standard. La domanda: a un figlio medico chi consiglierebbe di fare un concorso all’ospedale di Agnone? Questa domanda è funzionale ad un’altra domanda: chi si ricoverebbe ad Agnone piuttosto che un ospedale con specializzazioni elevate? Ovviamente cito Agnone per i numeri che esprime ma avrei potuto citare anche gli altri ospedali molisani. Ovviamente va detto che questa sanità così com’è ridotta non è appetibile né per i medici né per chi si deve ricoverare.
Va anche precisato che gli italiani hanno speso di tasca propria 41,3 miliardi per prestazioni sanitarie necessarie, come visite specialistiche ed esami diagnostici; oltre 5,8 milioni di connazionali (un italiano su dieci) vi hanno rinunciato del tutto. Solo 13 Regioni rispettano i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè le prestazioni e i servizi sanitari che ogni assistito ha diritto a ricevere dallo Stato, gratuitamente o pagando il ticket se dovuto. Persiste il divario tra Nord e Sud nell’offerta dei servizi sanitari, con pazienti meridionali costretti a migrare in cerca di cure migliori. E, mentre la sanità pubblica arranca, avanza il «privato puro».
Questi sono alcuni aspetti evidenziati dall’ottavo Rapporto della Fondazione Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN), presentato alla Camera dei Deputati. «È su questi dati che bisogna oggi confrontarsi e lavorare per cercare di risolvere il problema. Per me nel Molise c’è bisogno di una riorganizzazione della rete ospedaliera in modo non ragionieristica. Ma è anche vero che i numeri non ci danno ragione.
Dobbiamo fare i conti:
- con i debiti pregressi contratti con disinvoltura e che ci hanno portato al piano di rientro e al commissariamento;
- con i conti poco chiari, poco reali e non verificati;
- con il fondo sanitario distribuito con riferimento alla popolazione;
- con la popolazione che invecchia e diminuisce;
- con un commissariamento che va avanti dal 2012 con debito ormai strutturato;
- con ospedali rimaneggiati;
- con il divieto di nuove assunzioni;
- con concorsi andati a vuoto perché la sanità molisana è poco attrattiva.
E allora serve impegno e coraggio:
A) rivedere i conti dal 2009 in poi in modo analitico;
B) riorganizzare gli ospedali e la rete ospedaliera;
C) aumentare gli stipendi del personale e creare percorsi di carriera certi e oggettivi;
D) prospettare la mobilità dei medici dell’unica ASREM per colmare carenze;
E) Agnone ospedale di prossimità con eliporto e accordi di confine con reciprocità;
F) Larino centro di riabilitazione compreso quello post covid gemellato con lo Spallanzani;
G) Campobasso DEA di II livello anche in deroga;
H) Isernia e Termoli Ospedali Spok;
I) riorganizzazione della medicina territoriale e/o di prossimità;
L) STOP al pagamento di prestazioni inappropriate e/o extra budget rese da privati convenzionati;
M) recupero di pagamenti indebiti di prestazioni inappropriate e/o extrabudget per centinaia di milioni;
N) riorganizzazione dei reparti;
O) coinvolgimento dell’Università;
P) coinvolgimento ordini professionali.
«Se si avrà il coraggio di fare tutto questo la nostra sanità e la nostra regione tornerà appetibile per i medici e non solo.
Ps: Si può fare.
Al Cardarelli un medico primario coraggioso ha messo su una squadra e sta rivoluzionando ortopedia al punto che sta creando mobilità attiva. Praticamente ha reso appetibile il Cardarelli per la specialistica. Bisogna avere il coraggio di fare scelte coraggiose. Ma questo può accadere con personale, dirigenti e manager professionali e una politica unita, intelligente, consapevole e preparata. Il Molise si può ancora salvare. Basta volerlo. Voi cosa ne pensate?»
Vincenzo Iacovino















