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BOJANO _ Finisce nel più totale silenzio delle Istituzioni una delle pagine più inquietanti della storia di Bojano. La Laterlite SpA ha deciso di chiudere lo stabilimento locale, incurante e sprezzante delle conseguenze che ne deriveranno ai dipendenti ed alla già povera economia della zona. Le motivazioni ufficiali sembrano essere di carattere produttivo e di riassetto aziendale, ma tutta la vicenda può essere contestualizzata in una serie di avvenimenti che ha caratterizzato il rapporto area matesina-Laterlite per circa un ventennio. La discussa attività svolta dalla società nello stabilimento di Bojano ha già avuto infatti una valutazione negativa in primo grado da parte dell’Autorità Giudiziaria. Il Sindaco di Bojano e il Governatore Iorio, peraltro entrambi medici, dovrebbero leggere la sentenza n. 373/07 del Tribunale Ordinario di Campobasso, in cui si condanna la Laterlite per l’emissione di agenti altamente inquinanti nell’atmosfera.

Tale sentenza è stata ora appellata, ma se risulteranno vere le gravi circostanze emerse nel corso del giudizio, ogni risposta delle Istituzioni alle preoccupazioni dei cittadini sarà inevitabilmente tardiva. Già infatti il semplice dubbio in merito alla legittimità delle emissioni derivanti dallo stabilimento bojanese avrebbe dovuto indurre le competenti Autorità a decidere un protocollo di interventi idoneo ad evitare alla collettività anche il semplice rischio sanitario.

Dopo la sentenza n. 373/07 sarebbe stato opportuno un intervento dei Sig. Prefetto di Campobasso e del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, anche per dimostrare ai cittadini la presenza e la sensibilità dello Stato e delle amministrazioni territoriali di fronte a fatti che possono turbare la collettività. A fronte di queste serie problematiche, e con la complicità del silenzio istituzionale, la Laterlite SpA invece di stemperare le tensioni ha deciso di cessare l’attività in Bojano, compromettendo il futuro di 19 dipendenti, mettendo in seria crisi 19 famiglie. Nessuno dei rappresentanti istituzionali, fra i quali figurano anche due assessori regionali della zona, ha sentito la necessità di tentare una soluzione meno drammatica. Questa inerzia, alla fine, la stanno pagando i dipendenti, lasciati sempre alla deriva come componente più debole e indifesa.

Sinistra Ecologia Libertà