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TERMOLI… Le lamiere contorte e distrutte della macchina sulla quale hai incontrato la morte, descrivono e fotografano le emozioni che si sono frantumate nel sentiero impervio della nosta vita che ineluttabilmente incontrano questo mistero vivente e presente della morte. Quel Tir, quell’autista, quell’evento non potevano sapere che in quell’attimo avrebbero frantumato pezzi di vita comune che appartengono a quanti, ogni giorno, vivono e con-vivono con Sorella Morte; questa sorella indecifrabile che non accetta mai di fare contratti ed accordi e che è costantemente presente nelle mense e nelle case di tutti noi, così affannati a ricavarci un posto, pensato sempre interminabile, in questo piccolo Pianeta dell’immenso Universo.

I tuoi orologi a pendolo, come quello che mi hai regalato e che dovevamo appendere insieme, suonano tristi i loro rintocchi lenti, così assordanti, violenti, impetuosi quando Sorella Morte ti ha portato via. Il mio trattore, quello che tu, con le tue geniali mani, avresti dovuto riparare, perchè potesse tracciare solchi nei quali adagiare semi di vita, traccia solo un profondo vuoto ed è silenzioso, come silenziose sono rimaste quelle lamiere contorte di macchina e motori, che per te non avevano segreti e che hanno avvolto in un abbraccio distruttivo il tuo corpo. Chissà, amico mio, cosa avrai pensato. Chissà, forse il pensiero non avrà fatto in tempo a pensare; forse stavi accendendo una delle tue inseparabili sigarette, forse mi stavi chiamando per quella porta da sistemare, …forse.

Quella bara che torna su quell’autostrada che ti ha strappato ai tuoi affetti, ai tuoi figli, a tua figlia, ai tuoi nipoti…. silenziosa e crudele, continua ad ospitare viandanti in cerca di lavoro, che lavorano, che cercano di raggiungere amici, parenti, amori, affetti, emozioni… e tra poco i lenti rintocchi di una campana sul porto annuncerà che tu sei tornato. Rondini, colombe e gabbiani voleranno via, mentre tu, nella cattedrale della tua città antica, occuperai un posto privilegiato per essere accompagnato, come recita la Liturgia religiosa, “..con gli angeli di Dio davanti al trono dell’Altissimo perchè Egli nella Sua misericordia ti accolga in Paradiso..”

Non lo so, amico mio. Non lo so, se sarò capace di pensare che un giorno potremo rivederci di là .. so che porterò nel cuore le tue emozioni, riempirò la mia borraccia con la grappa che mi hai regalato, salirò sui monti a parlare con il mio Vecchio di te e per te e … stai tranquillo amico caro, resterò sempre vicino ai tuoi figli e a quel figlio, che con il mio, ci hanno regalato mille emozioni ed hanno permesso la nostra amicizia.

Z’ Vassilucc’e

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