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CAMPOBASSO _ L’Associazione Nazionale Difesa del Suolo (A.Di.S.), presieduta a livello nazionale dall’aquilano Carlo Frutti, è ora presente in Molise per iniziativa di un qualificato gruppo di professionisti – ingegneri, geologi, architetti, geometri, agronomi e docenti universitari, coordinati dal dott. Roberto Iafelice, responsabile dell’ufficio Geologia della Provincia di Campobasso. Con il Patrocinio della Provincia di Campobasso, dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise e dell’Ordine degli ingegneri della Provincia di Campobasso, l’A.Di.S., ha organizzato a Campobasso, per mercoledì 11 maggio , dalle ore 9 alle 18, nella Sala della Costituzione della Provincia di Campobasso in Via Milano, una giornata di studi, dal tema “Geotecnologie innovative per la difesa del suolo” aperta a tecnici di enti pubblici, imprese, liberi professionisti, studenti delle facoltà che si occupano di territorio ed ambiente.

D’intesa con Ordine dei Geologi della Regione Molise il convegno assegna anche crediti formativi APC ai geologi che vi prenderanno parte. Con il convegno l’ A.Di.S., supportata dalle più qualificate aziende del settore geotecnico, intende offrire un contributo alla crescita delle professionalità di tutti gli “attori” della difesa del suolo e l’opportunità per un confronto ed una condivisione di esperienze. I dissesti idrogeologici hanno evidenziato negli ultimi anni l’esigenza e l’importanza sociale ed economica di strategie efficaci per la prevenzione di emergenze ambientali e territoriali. Enormi le cifre del dissesto in Italia: circa il 70% dei comuni è interessata da rischi idrogeologici legati a frane o alluvioni. Per la varietà e la complessità dei possibili fenomeni di dissesto è quanto mai importante disporre di strategie integrate di intervento e prevenzione; ne consegue che le politiche regionali e provinciali debbano sostanziarsi, da una parte, in azioni efficienti di prevenzione e, dall’altra, nella sempre maggiore attenzione al delicato rapporto tra territorio ed ambiente e le attività economiche e sociali nel loro complesso.

La protezione ambientale dipende da una corretta gestione del suolo e implica un’accurata conoscenza della risorsa. Questa è una necessità impellente se consideriamo che gran parte del territorio mostra preoccupanti fenomeni di degrado. Si è costruito ovunque, si sono invase le aree esondabili con centri commerciali, aree industriali e artigiane, camping e centri turistici, si sono eretti centri residenziali in aree notoriamente in frana, tombati fiumi, deviati e cementificati gli alvei, salvo poi chiedere interventi urgenti alla protezione civile in caso di dissesti idrogeologii ritenuti “imprevedibili” , spesso imputati alle mutate condizioni climatiche. Non è quindi solo una questione di fondi, come qualche categoria “interessata” ai lavori pubblici di difesa del suolo denuncia strumentalmente o per interesse politico, ma di quanto si investe sul territorio, di come si impiegano le risorse economiche, con quali competenze e programmi.

Non sono, altresì, completamente attuali ed esaustivi i piani (leggi PAI – PSDA) e la cartografia prodotti senza una puntuale e condivisa conoscenza, tra tecnici ed imprese, tra amministratori locali e parti sociali, delle problematiche, delle emergenze, delle modalità d’intervento e delle tecnologie innovative da applicare, senza una nuova cultura della qualità nelle scelte progettuali ed esecutive. Basta pensare a quanto avviene con i fiumi che sono lasciati al quasi totale abbandono in carenza di normative che stabiliscano le competenze tra regione, province e comuni, sulle aste fluviali principali e secondarie ed a causa di veti ambientalisti ideologici e che vietano la ripulitura degli alvei, il consolidamento strutturale degli argini e il prelievo di inerti, tutti elementi che nel tempo, in assenza di adeguata manutenzione, determinano pericolose esondazioni. Per le normative datate e le problematiche di gestione sono necessari sicuramente leggi e normative puntuali per il riordino delle competenze sui corsi d’acqua. E’ proprio sul campo dell’interazione che l’A.Di.S. chiede alle Regioni in primis, ed a tutti gli Enti territoriali, di trovare un linguaggio ed un percorso comuni. L’obiettivo che va perseguito è quello di favorire condivisione di un patrimonio comune di esperienze e di conoscenze, e della redazione di percorsi progettuali di qualità, omogenei e sinergici, ai quale debbano uniformarsi gli Enti per le opere di difesa del suolo.

Le richiamate esigenze di unitarietà nel settore della difesa del suolo non possono trascurare la necessità del coinvolgimento e del consenso da parte degli enti locali, sia a livello di amministrazione che di conduzione tecnica Sviluppare attente politiche di tutela ambientale, protezione civile e difesa del suolo significa intervenire su un sistema territoriale complesso caratterizzato da un intenso sviluppo urbano, economico, turistico e culturale e dalla presenza di elementi significativi di fragilità idrogeologica e ambientale, dai fiumi alle coste, dai versanti in frana alle infrastrutture di comunicazione. Dobbiamo operare su più fronti e con strumenti diversificati, che comprendono la realizzazione di opere strutturali importanti, una pianificazione urbanistica e territoriale attenta alla valutazione preventiva del rischio e degli effetti ambientali indotti, la manutenzione delle opere del territorio. E’ fondamentale la crescita di professionalità e di figure specificatamente formate, sia tra i progettisti, liberi professionisti e dipendenti di enti pubblici, che tra i tecnici e gli operatori delle imprese, per l’attuazione di misure di prevenzione e mitigazione dei danni, sempre attenti a coniugare le risorse disponibili con le esigenze di tutela ambientale e la sicurezza dei cittadini. Essenziale è la presenza sul territorio di imprese, adeguatamente attrezzate e con personale qualificato, che sappiano tradurre nelle opere tecnologie innovative ed utilizzare i migliori materiali che la ricerca e lo sviluppo di aziende specializzate possono oggi offrire sul mercato internazionale.