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TERMOLI – Oggi 27 dicembre ricorre il 57° anniversario dell’autonomia della nostra regione MoliseSolo i Presidenti della regione Toma e Micone e il Presidente della Provincia di Campobasso Roberti, anche come atto dovuto, hanno espresso la necessità di conservare l’autonomia regionale. 

Dalla restante classe dirigente tutta, passata e presente, si è registrato un totale e assordante silenzio sull’evento! Ci sarà pure un motivo per tale comportamento! 

Da anni ormai si registra nella nostra regione, in un silenzio assordante, la perdita di autonomia e l’accorpamento in altre regioni di Enti e servizi importanti: Provveditorato Opere Pubbliche, Ferrovie, Anas, Enel, Comando Carabinieri, Sindacati,e altri ancora.

Ciò dovrebbe indurre la classe dirigente alla consapevolezza delle difficoltà a conservare anche per il futuro l’autonomia amministrativa, considerato anche lo stato di crisi economico, sociale, occupazionale, decrescita demografica, e altro ancora. Oltre a rilevare le criticità in cui da anni sono presenti nei servizi essenziali per i cittadini molisani, in primis Sanità e Trasporti. Ciò è tutto certificato da Istituti statistici pubblici e privati.

Il Covid-19 non ha fatto altro che acuire l’emergenza in cui da tempo versa il servizio sanitario regionale, ridotto a lumicino anche a seguito di oltre 13 anni di commissariamento per il debito sanitario accumulato in passato e ancora ad oggi presente con oltre 110 milioni di euro, nonostante gli enormi sacrifici dei molisani. 

È una vecchia e comune opinione quella che ritiene le istituzioni, negli anni settanta, delle Regioni a mettere nei guai i conti dello Stato, e per porvi rimedio quella di costituire le macroregioni. Idea ancora pendente e finora utile solo per accademici dibattiti senza concretezza. 

A tal riguardo, essendo le macroregioni di difficile realizzazione, in quando necessitano della modifica alla Costituzione, in Molise da molto tempo il già Presidente della Regione, prof. Giovanni Di Giandomenico, ha proposto la costituzione di una Federazione di regioni:Marche, Abruzzo, Molise, che rimarrebbero autonome, decidendo di fare insieme la programmazione di alcuni settori e servizi importanti: sanità, trasporti, infrastrutture, turismo, fonti energetiche, ed altro ancora. Ciò in rispetto dell’articolo 117 comma 8della Costituzione, in cui è previsto l’intesa tra Regioni per migliorare l’esercizio delle proprie funzioni, individuando anche organi comuni. Riducendo così di molto Enti e spese amministrative.

Anche questa proposta è servita solo come argomento di discussione in convegni e dibattiti pubblici, senza però avere seguito negli organi deputati a trovare la soluzione e definitiva attuazione. 

Ciò lascia supporre che l’attuale e totale classe dirigente, giudica anche questa idea eccessiva e inutile, e che possa indurre a far perdere i privilegi personali acquisiti nel corso degli anni, a discapito del supremo interesse generale.

Mentre molti cittadini visto le difficoltà non solo economico e sociale in cui versano, nonché il livello di efficienza ed efficacia degli Enti e della classe dirigente, e lo stato in cui ormai da tempo si ritrova il Molise, con poche prospettive per i nostri giovani costretti da tempo ad emigrare, pensano che continuare a tacere è una colpa ed è ora un obbligo parlare, nonché agire essendo un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale nessuno si può più sottrarre.

Forse non è da escludere ciò sia condiviso dagli stessi promotori della richiesta di costituzione della regione Molise: Magliano, Sedati, La Penna, Sammartino, …, che sconsolati, si stanno rigirando nelle tombe.

Comunque anche per i molisani oggi 27 dicembre, non solo per l’anniversario, resta una giornata importante: l’arrivo del  vaccino anti Covid, che ci auspichiamo sia l’inizio della fine di questa “maledetta” pandemia.  

Nicola Felice

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