Addirittura, la Telecom Italia confermava la regolarità dei consumi rilevati. Sicché, il consumatore provvedeva a far controllare il proprio impianto telefonico, nonché il computer utilizzato per le connessioni ad internet da un tecnico specializzato e quest’ultimo, in effetti, riscontrava la presenza di virus nel sistema operativo del computer utilizzato per le connessioni. Ciononostante, la società telefonica si rifiutava di riconoscere l’errore e, conseguentemente, rimborsare quanto illegittimamente richiesto (e, successivamente, pagato).
Per questi motivi, l’utente era costretto a richiedere l’aiuto dell’associazione dei consumatori ADOC e, così, ricorrere al Giudice di Pace, tutelato dagli Avvocati del Foro di Campobasso Giordano Pierluigi e Nicola Criscuoli.
Ebbene, il Giudice adito, innovando precedenti orientamenti giurisprudenziali, ha riconosciuto integralmente le ragioni del consumatore e ha condannato la società telefonica al rimborso di quanto illegittimamente riscosso e di tutte le spese legali sostenute. Pertanto, l’associazione ADOC invita tutti i cittadini a controllare attentamente le fatture, in modo da evitare la corresponsione di somme ingiuste ed illegittime. A.D.O.C. Associazione per la difesa e l’Orientamento dei consumatori del Molise