TERMOLI – Ci vorrebbe una cura da ”codice viola”, come quel percorso d’urgenza del trattamento avanzato delle malattie, per lo stato comatoso in cui versa la sanità molisana. Lo spunto parte da una breve conversazione fatta in strada con l’ingegnere Nicola Felice e dal colore del suo cappello di oggi.
È da quasi 10 anni che Nicola Felice, presidente e coordinatore del Comitato San Timoteo, insieme al supporto di un gruppo di attivisti, si batte per una soluzione dignitosa che riporti il nosocomio termolese e un nuovo servizio sanitario regionale capace di soddisfare le esigenze di assistenza e cura dei molisani: «In questo periodo osservo, e c’è poco da dire e da fare per la situazione all’ospedale San Timoteo, anche se qualcuno, che pare si stia allarmando più del solito, si sarebbe dovuto allarmare già da qualche anno. Quindi oggi dobbiamo soltanto sperare che venga mantenuta quella promessa fatta in campagna elettorale, da parte delle delegazione parlamentare, di fare il famigerato Decreto Molise, questo forse potrebbe ridarci nel tempo un futuro della Sanità. Perché fare i concorsi e vederli andare deserti, effettivamente non c’è prospettiva.
E aggiunge Nicola Felice – Un’ altra cosa che va rimarcata che non capisco, e che siamo pochi reattivi, siamo abituati a “vai avanti tu che a me viene da ridere”, ci sono troppi spettatori e pochi attori e quello che mi meraviglia di più adesso e che tra gli attori, che qualche tempo fa si agitavano, forse perché si sta andando verso le elezioni, noto un silenzio assordante ancor più dei tempi andati, questo lascia credere che hanno altre cose a cui pensare e non tanto a sollecitare chi di dovere a dare soluzioni definitive e possibilità di speranza».