TERMOLI _ Posizionate telecamere al Cosib contro i furti ma non sono attive, la Tarsu è divenuta insostenibile per le aziende sempre più in difficoltà a restare a galla mentre le tariffe pagate al consorzio sono sempre agli stessi livelli a fronte di servizi giudicati non soddisfacenti dagli operatori dell’area. Consorzio industriale: gli imprenditori stanchi del solito inefficiente “menage”, alzano la voce.
I titolari delle numerose realtà produttive dislocate nell’ampia area del Consorzio, sono decisi a fare sentire una volta per tutte le proprie lamentele in maniera forte e chiara. Sono diversi i problemi esistenti nella zona tuttora irrisolti. In primis spicca l’elevata quota della Tarsu, da anni al centro di proteste ma mai fino a questo momento, con la convocazione del Sindaco Antonio Di Brino in Municipio per oggi dove si è svolta una lunga riunione, l’Amministrazione comunale termolese ha preso in considerazione l’idea di venire incontro alle esigenze dei disperati operatori della zona, molti dei quali impossibilitati a far fronte ai cospicui pagamenti.
Stessa situazione per le quote da versare allo stesso Cosib per l’insediamento dei capannoni nell’area. Su questo punto, in particolare, hanno urlato la propria indignazione gli artigiani i quali sono chiamati a pagare le stesse somme degli industriali pur avendo delle ditte più esigue ed essendo iscritti ad altra categoria professionale. «Non è giusto che noi paghiamo le stesse cifre di imprese molto più grandi e consolidate rispetto a noi – hanno dichiarato alcuni artigiani – ma dovremmo avere delle tariffe ridotte, nettamente più basse visto che noi non siamo industriali ma piccoli artigiani. La nostra presenza nella zona del Consorzio con dei capannoni che non abbiamo trovato nella zona Pip della città non fa di noi degli industriali. Restiamo, infatti, appartenenti ad altra categoria industriale».
Altra questione, ancora irrisolta, riguarda le telecamere posizionate durante la gestione Del Torto ma poi mai entrate in funzione. L’occhio elettronico era stato impiantato per arginare il fenomeno dei furti, tuttora presente che interessa le aziende. Gli operatori del Cosib ne chiedono l’attivazione entro breve tempo. L’escalation di «colpi» è al centro di non poche polemiche tra i titolari di diverse imprese, negli ultimi tempi bersagliate più volte durante la notte. Stessa situazione anche nella zona artigianale della città. «Non ha senso aver installato la videosorveglianza in diversi punti del Cosib –hanno detto alcuni imprenditori tra cui Pietro D’Andrea, da trent’ anni nella zona – se non vengono rese operative. Bisogna farle entrare in funzione altrimenti sono stati spesi dei soldi, magari anche fondi cospicui e noi siamo sempre senza il servizio che tra l’altro era stato molto pubblicizzato dallo stesso Cosib».
Le diverse questioni sono state affrontate oggi con il Sindaco Antonio Di Brino, il vice Sindaco Vincenzo Ferrazzano ed il capogruppo Pdl in Comune Fernanda De Guglielmo facente parte del direttivo del Cosib. Il Presidente della Lai, libera associazione industriali Francesco Colavita con il responsabile della Cdo della zona ed alcuni imprenditori tra cui Dante Cianciosi hanno sollevato con il primo cittadino anche il problema della toponomastica e la difficoltà per le aziende di ricevere la posta. Hanno chiesto inoltre dell’esistenza di un Piano di Protezione civile. Di Brino ha ascoltato tutti i problemi elencati ed ha proposto di riattivare un gruppo di lavoro chiamato a seguire da vicino proprio tali situazioni con la partecipazione di un rappresentante della Teramo Ambiente, la ditta concessionaria della raccolta differenziata della città.
Per quanto riguarda la toponomastica Di Brino si è fatto carico di installare dei cartelli stradali al Cosib pur non essendo di competenza dell’Amministrazione comunale mentre sul coinvolgimento delle associazioni nella riforma dei Consorzi, se ne discuterà la prossima settimana nel corso di una riunione di Di Brino al Nucleo industriale Valle Biferno con il consiglio dell’ente. Sul Suap ha risposto Ferrazzano sottolineando di aver già svolto il 70 per cento del lavoro.