TERMOLI _ L’incendio della casa di campagna del Sindaco di Termoli Antonio Di Brino non è stato l’unico episodio di cui è stato vittima il primo cittadino. Secondo testimonianze raccolte in Comune ed indiscrezioni dagli amministratori locali, la famiglia Di Brino avrebbe già ricevuto qualche altro “messaggio” di avviso. A finire nel mirino di ignoti sarebbe stata l’auto di un componente della sua famiglia, in genero, ex dirigente dell’urbanistica che sarebbe stata danneggiata sia nella carrozzeria che nei pneumatici.

Lo stesso sindaco alla domanda di MyNews.it su eventuali precedenti intimidazioni, ha preferito non rispondere nulla lasciando intendere chiaramente che qualcosa prima del rogo alla residenza di Contrada Rio-Vivo Marinelle c’era già stato. Una brutta faccenda questa che lo vede come assoluto protagonista che ora è al centro di una indagine coordinata dal Sostituto procuratore Luca Venturi e condotta dalla Polizia di Stato unitamente ai Vigili del Fuoco per quanto riguarda gli accertamenti tecnici.

Secondo i pompieri che hanno eseguito i rilievi direttamente sul posto subito dopo il rogo e gli accertamenti effettuati il giorno successivo nel corso di un sopralluogo alla presenza degli agenti e dello stesso Sindaco, il fuoco sarebbe stato appiccato utilizzando della carta ed un’accedino. “E’ stata una tecnica semplice e rudimentale” hanno fatto sapere i Vigili del Fuoco termolesi che sono riusciti a risalire alla tipologia di incendio con degli esami del fumo. Attraverso la sua composizione i pompieri sono venuti a conoscenza del materiale utilizzato dall’attentatore.

Inoltre non sono state trovate tracce di carburante o benzina sul posto. Tutti i dettagli delle indagini dei Vigili sono state messe “nero su bianco” ed inviate in una informativa riservata alla Procura della Repubblica di Larino. Domani, infatti, martedì si terrà un vertice davanti ai magistrati frentani alla presenza dello stesso Di Brino, del dirigente del Commissariato Maria Santoli, dei Carabinieri, Vigili urbani che sono intervenuti in zona la sera del rogo e Vigili del Fuoco.

Il primo cittadino è chiamato in questa occasione anche a fare i “nomi e cognomi” di persone che a suo dire potrebbero avere responsabilità nell’incendio. Fino a questo momento a suo dire l’episodo sarebbe ricollegabile a vicende urbanistiche. Anche la minoranza chiede conto al Sindaco dei suoi sospetti.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa