CAMPOBASSO – Nel primo dossier sui “Rischi dei cibi low cost” presentato dalla Coldiretti a Bruxelles, con la presenza dei vertici della Coldiretti Molise, figurano anche produzioni fortemente diffuse in Molise, come grano, mozzarella, olio extravergine, vino e pomodoro. Secondo l’ultimo Rapporto annuale sui residui dei pesticidi negli alimenti elaborato dall’ Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, nei prodotti alimentari provenienti da Paesi extracomunitari sono stati individuati residui chimici sopra il limite nel 7,9 per cento dei campioni, una percentuale di oltre cinque volte superiore a quella dei prodotti dell’Unione Europea, dove gli “irregolari” sono l’1,5 per cento, e ben 26 volte superiore a quelli italiani dove appena lo 0,3 per cento dei campioni è risultato contaminato oltre i limiti di legge.

Ma dal dossier di Coldiretti emerge anche che una mozzarella su quattro non è realizzata con il latte, ma utilizzando cagliate straniere spesso provenienti dall’Est europeo. E’ di questi giorni la notizia del Corpo Forestale di Isernia che ha comminato una multa di seimila euro ad un caseificio molisano che spacciava per prodotto italiano la mozzarella fatta con latte tedesco. Nel 2012 sono stati importati in Italia 85 milioni di chili di pomodori “irregolari” per presenza di residui chimici, che vengono rilavorati e diventano concentrato o sughi miracolosamente italiani. In Italia, risulta ancora nel dossier denuncia di Coldiretti, arriva un flusso di milioni di chilogrammi di impasti per pane semicotti, surgelati, con una durata di 24 mesi, grazie ad additivi e conservanti, provenienti dall’Est europeo.

Oltre la metà del grano duro utilizzato nella produzione di pasta è di importazione, con problemi di aflatossine. In quattro bottiglie di olio extravergine su cinque, in vendita in Italia, è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate, nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009. E’ sconvolgente, denuncia ancora Coldiretti, che anche in Europa siano stati addirittura aperti degli stabilimenti di lavorazione, che producono e distribuiscono in tutto il continente, e del tutto indisturbati, oltre 140mila all’anno di wine kit ( per ottenere pseudo “vino” da polveri miracolose contenute) dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie.

Serve una politica agricola – hanno rivendicato i Vertici di Coldiretti, tra cui la Delegazione del Molise – che dia maggiori garanzie nell’autoapprovvigionamento alimentare, maggior sicurezza dei cibi , che dia risposte alle emergenze sociali, che promuova il ruolo di chi vive di agricoltura, di giovani impegnati nella difesa dei territori, dell’ambiente, della biodiversità, della coesione sociale, che promuova la cultura, la tradizione e l’innovazione e che sappia, in una visione comune, valorizzare la distintività dei mille territori europei come patrimonio competitivo per l’intero continente. Difendere il budget nella riforma della politica agricola in una Europa che ha bisogno di più agricoltura e adottare una Politica Agricola Comune che consenta ai singoli Paesi di premiare chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile e chi produce cibo, sono alcune delle richieste formulate dalla Coldiretti, che auspica un miglioramento da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura su greening, convergenza, pagamenti aggiuntivi ai primi ettari ed in generale sulla maggiore flessibilità lasciata agli Stati Membri.

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