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TERMOLI _ Il 2 giugno 1946 il Popolo Italiano – ed è importante ricordare Tutti gli italiani, sia uomini che donne – per la prima volta potè determinare autonomamente e liberamente l’apertura di una nuova fase della sua storia che desse finalmente compimento agli ideali di libertà, di giustizia e di democrazia che avevano caratterizzato gli ardori risorgimentali da cui era nata l’Italia unita nel 1861. È dunque quella di oggi la festa dello Stato Democratico che nacque quel 2 giugno 1946, delle sue Istituzioni, della Società Civile che in esso opera, e dei cittadini che sono finalmente protagonisti del proprio futuro in una “res publica” che li garantisce e li tutela. Ma è anche il miglior modo per festeggiare il 150° “compleanno” dell’Italia unita.

Il Molise partecipò non senza discussioni e confronti, ideali e culturali, sia al Risorgimento che alla fase che portò alla Repubblica. In ambedue i casi seppe dare il proprio apporto e seppe crescere in armonia con il resto del Paese. È innegabile però che il nuovo Stato Democratico e Repubblicano ha dato molto più del passato a questa terra, garantendole l’autonomia come Regione, la possibilità di crescere, svilupparsi e passare, in 60 anni, da una delle aree più povere dell’Italia, ad un territorio, che pur tra le tante problematicità, ha un tasso di sviluppo, un indice di PIL, una percentuale di occupazione, una quantità e qualità di servizi, oltre che un benessere ed un tenore sociale, simili alle aree più tradizionalmente avanzate del centro della penisola.

Dunque la ventesima regione d’Italia ha un motivo in più per sentire fortemente questa festa che ci ha dato, come si diceva, in un sistema di libertà un’aspettativa di vita migliore e la possibilità di autodeterminarci nella costruzione di un domani più florido. Possiamo quindi gridare con motivata fierezza, ma senza retorica di circostanza, viva l’Italia unita, viva la Repubblica italiana e viva il Molise.