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Paolo Frattura
CAMPOBASSO – Il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, e la Bio.Com. In Consiglio regionale, questa mattina, la storia della società descritta “con chiarezza, con date e atti” dal governatore in risposta all’interrogazione presentata dai consiglieri del Movimento Cinque Stelle.

Gli atti societari. “Nel 2006 – parte da qui il presidente Frattura –, il sottoscritto entra nella società Bio.Com. Il 9 settembre ne diventa amministratore unico. Il 9 settembre del 2011, con assemblea straordinaria, si decide la messa in liquidazione della società con le relative dimissioni da amministratore del sottoscritto e si nomina, quale liquidatore, il dottor Del Cioppo. Il 7 marzo del 2013, considerando l’attività che prosegue sotto la liquidazione del dottor Del Cioppo, il sottoscritto gli cede anche le quote che non avevano più valore, per la somma di 800 euro. Tutto questo chiaramente con atti regolarmente trascritti”.

Il finanziamento. “Il 7 luglio del 2006 la Bio.Com presenta richiesta di ammissione alle agevolazioni, ai sensi dell’Articolo 15, quali iniziative per il rilancio del sistema economico regionale. Il 30 dicembre 2007 la Bio.Com sottoscrive il contratto di finanziamento, che prevede un contributo in conto capitale di 181.568 euro, relativamente al programma di sviluppo precompetitivo, a fronte di un investimento ammesso di 338.500 euro, e di 441.735 euro, relativamente al programma di industrializzazione, a fronte di un investimento ammesso pari a 848.600 euro”. In progetto, un impianto che “non ha nulla a che fare con biomasse”, ma che “prevedeva la produzione di biodiesel da fonte vegetale, ai sensi della direttiva comunitaria che impegna produttori e distributori di carburanti a rispettare, entro il 2015, la percentuale del 15 percento per le quantità di carburanti da fonte vegetale, in linea, dunque, con sensibilità ambientale e leggi dello Stato, che avevano appunto recepito la direttiva comunitaria”.

Gli anticipi. “Il 19 marzo 2008 – prosegue il governatore –, la Bio.Com presenta richiesta di anticipo, pari al 25 percento del contributo concesso per il programma di sviluppo precompetitivo e al 50 percento del contributo concesso per il programma di industrializzazione. Si allegano a garanzia delle apposite eventuali anticipazioni, due atti fideiussori: il numero 255/337/2, per lo sviluppo precompetitivo, e 255/337/1 per il programma di industrializzazione, emessi dalla Banca Popolare di Ancona, per le somme pari a 45.392 euro, la prima, e a 22.0867,50 euro, la seconda. Il 25 agosto 2008, la Bio.Com fa richiesta di saldo relativo al solo programma di sviluppo precompetitivo. Con decreto 236 il Commissario delegato, prendendo atto dell’esito della verifica e del collaudo, eroga la somma di 10.427 euro, a saldo del contributo per lo sviluppo precompetitivo, a fronte del contributo ammesso di 181.568 euro”.

Le attrezzature. “Alcune delle attrezzature acquistate non possono essere installate, perché ancora il Comune di Termoli non aveva rilasciato il permesso di costruire. Sono attrezzature acquistate – rimarca il governatore –, evidentemente visibili sul posto, ma, nello stesso tempo non rendicontate. Il collaudatore giustamente chiedeva l’effettiva installazione di quei macchinari. La mancanza del permesso di costruire in quella data impedisce di rendicontare le somme investite per l’acquisto dei materiale, per cui la Bio.Com si è vista ridurre il totale del contributo, che era stato approvato per 181.568 euro, per un totale di circa 60 mila euro. Con un danno per la Bio.Com”.

Revoca del finanziamento. “Con istanze del 2 aprile 2009, del 31 agosto 2009 e del 4 dicembre 2009, la Bio.Com chiede proroga dei termini per il completamento del programma di industrializzazione, visto che, purtroppo malgrado acquisiti tutti i pareri favorevoli, il Comune di Termoli, con l’Amministrazione Greco prima, e l’Amministrazione Di Brino dopo, non rilascia il permesso di costruire. Malgrado, – rimarca Frattura all’Aula –, l’acquisizione di tutti i pareri favorevoli. Il 13 dicembre 2010, la Regione Molise, con determina direttoriale 186, dispone la revoca del finanziamento a causa della mancata presentazione della richiesta di saldo del contributo. Il 13 giugno la Regione, sei mesi dopo la determina direttoriale, provvede a comunicare la revoca del finanziamento, contestualmente richiedendo la restituzione dei contributi erogati, maggiorati del tasso ufficiale di sconto, per una somma complessiva di 292 mila euro, chiaramente soltanto per quanto riguarda l’industrializzazione, visto che lo sviluppo precompetitivo era già stato saldato dopo il collaudo”.

Il ricorso al Tar. “Il 22 giugno 2012 la Bio.Com presenta istanza di annullamento del provvedimento di revoca e recupero del contributo. Il 16 luglio la Bio.Com chiede al Tar l’annullamento della determinazione 186 del 13 dicembre 2010, e il 27 dicembre 2012 il Tar, con decisione 760, accoglie il ricorso, perché ritiene il ritardo sia evidentemente imputabile esclusivamente al Comune di Termoli”. In Consiglio regionale Frattura mostra sia il ricorso, sia la sentenza del Tar. “Non credo – la sua riflessione –, che, rispetto ad una sentenza, il cittadino possa andare oltre la sentenza stessa, a dispetto di certe cronache poco attente e poco veritiere.”.

Il Consiglio di Stato. “Il 14 di marzo, quando non ero ancora stato proclamato presidente della Regione, ma il 14 marzo presidente era ancora il mio predecessore, Michele Iorio, l’Avvocatura generale dello Stato, in autonomia nel valutare la qualità del ricorso da presentare, deposita in Consiglio di Stato il ricorso contro l’annullamento della revoca del finanziamento. Io non so per quale motivo l’Avvocatura abbia inteso seguire questa strada, se ne ha parlato con l’ex presidente Iorio bisognerà chiederlo a lui, sta di fatto che non c’è stata nessuna richiesta di sospensiva, per cui, in attesa di una definizione giudiziaria amministrativa, io ritengo sia corretto attendere la sentenza. Ad ogni modo, la Regione, laddove la Bio.Com dovesse risultare soccombente, potrebbe tranquillamente vedere garantita la restituzione di quanto erogato, in virtù della garanzia fideiussoria rilasciata da Ubi Banca”.

Pronto a dimettermi”. Evitando di entrare nel merito dei fatti giudiziari penalmente rilevanti, Frattura assicura di sentirsi sereno. “Tengo a chiarire che – dichiara durante il suo dettagliato intervento –, come detto e come ribadito in ogni occasione, non solo sono sereno nelle valutazioni che gli organi competenti faranno, ma va da sé che, nel momento in cui dovesse venire fuori una sola virgola, una sola virgola di illiceità commesse, non aspetterei certo alcuna sentenza. Ne prenderei atto in assoluta serenità, dimettendomi dalla carica di presidente della Regione”.

Gli investimenti della Bio.Com. “Mi pare necessario – prosegue il presidente Frattura –, fare qualche precisazione. A fronte dell’anticipo erogato, come è facilmente verificabile nella relazione allegata – perché la Bio.Com si ritiene danneggiata da questa disattenzione del Comune di Termoli -, il totale dell’investimento realizzato è pari a 1 milione 999.223 euro. Non è vero, dunque, come sempre taluna stampa riporta, che quelle somme non sono state spese. La Bio.Com ha documentato un investimento realizzato per circa 2 milioni di euro. Investimento reso possibile da anticipo soci, non del socio Frattura, ma dell’altro socio che ha anticipato le somme necessarie per evitare, chiaramente, il default della stessa Bio.Com”.

Il permesso di costruire. “Alcuni dati precisi sul permesso di costruire. Il Consorzio industriale approva il progetto. Il 9 aprile 2009, la Bio.Com presenta istanza al Comune di Termoli per il rilascio del permesso di costruire. Il 14 maggio 2009, vengono trasmesse al Comune di Termoli i seguenti documenti richiesti ad integrazione: titolo di proprietà del terreno; parere sanitario rilasciato dall’Asrem; parere del Comando provinciale dei Vigili del fuoco; relazione in base all’inquinamento acustico e atmosferico. Il 7 luglio 2009, il Settore ambientale del Comune di Termoli rilascia il nulla osta. Il 25 agosto 2009, la Regione Molise, su richiesta della Bio.Com, comunica al Comune di Termoli l’invito all’Ente di conclusione del procedimento, con adozione del provvedimento espresso. L’11 settembre 2009, il Comune di Termoli avvisa del diniego del permesso, in quanto l’area in oggetto risulta essere classificata dal piano di stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino regionale del fiume Biferno e minori, a rischio idraulico elevato”.

Le resistenze del Comune di Termoli. “Dall’11 settembre 2009, giorno nel quale il Comune di Termoli esprime il diniego, al 28 giugno 2012, quando provvede al rilascio del permesso di costruire, passano tre anni. Come mai – chiede Frattura –, non essendo cambiato nulla, ci sono voluti tre anni e tutti questi ricorsi amministrativi per vedersi riconosciuto un permesso di costruire, un permesso di costruire che, ricordo a me stesso, porta la data del 28 giugno 2012? La revoca del finanziamento invece, la Regione Molise la comunica alla Bio.Com in data 13 giugno 2011, sei mesi dopo la determina direttoriale: qualcun altro dovrà spiegare come mai ci vogliono sei mesi tra una determina direttoriale e poi la comunicazione all’interessato”.