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ROTELLO _ “A dieci anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, è giunta l’ora di riflettere con serenità e lucidità di giudizio sull’azione politica di uno degli ultimi statisti italiani”. Così il Consigliere Regionale del Partito Socialista Italiano Michele Pangia, di ritorno da Hammamet dove, martedì 19 gennaio, ha partecipato alla visita al cimitero cristiano della città tunisina, affacciato sul mare che guarda l’Italia, che accoglie le spoglie dell’On. Bettino Craxi.
Alla cerimonia erano presenti il Segretario Nazionale del PSI Riccardo Nencini, i componenti della Segreteria Nazionale del partito Pia Locatelli, Angelo Sollazzo e Roberto Biscardini, unitamente agli oltre duecento compagni giunti dall’Italia. Presente alla commemorazione anche la moglie Anna Craxi, che ha ringraziato tutti, manifestando commozione e soddisfazione per le numerose bandiere rosse del Partito Socialista Italiano, definito dalla stessa come“il partito di suo marito” nell’atto di ringraziare il Segretario Nencini per aver mantenuto il Partito Socialista nel centrosinistra. Anna Craxi ha inoltre ringraziato il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano per la lettera inviatale in occasione del decennale della scomparsa, che segna l’inizio di una revisione acritica dell’operato e di riconciliazione politica intorno alla figura ed al ruolo istituzionale rivestito da Bettino Craxi.

Dopo la visita al cimitero, all’Hotel Riu Palace di Hammamet, si è svolto il convegno dal titolo “Craxi, il socialista”, nel corso del quale è stata ripercorsa la storia dell’impegno politico del grande statista. “A dieci anni dalla morte di Bettino Craxi è assolutamente da accogliere l’invito che lui stesso lanciò pochi mesi prima della morte, per una revisione storica dell’azione politica e delle implicazioni determinatesi nella società italiana che, come ha detto il Presidente della Repubblica Napolitano, impongono ricostruzioni non sommarie e unilaterali di almeno un quindicennio di vita pubblica italiana – ha commentato il Consigliere Michele Pangia, il quale, rifacendosi alle parole di Giorgio Napolitano, ha concluso affermando che “Non può essere limitata al solo discorso sulle responsabilità giudiziarie, la considerazione complessiva della figura del leader politico e di uomo di governo, impegnato nella guida dell’Esecutivo e nella rappresentanza dell’Italia sul terreno delle relazioni internazionali.