LARINO _ Ringrazio i mezzi di informazione che ci consentono di fare il punto della situazione e di informare la popolazione di quanto è accaduto e sta accadendo in queste ultime ore. Come ho già avuto modo di dire qualche giorno fa, il decreto legge del 13 agosto 2011, n.138, sulla cosiddetta manovra finanziaria, nulla prevedeva in ordine alla revisione della collocazione degli uffici giudiziari attualmente presenti sul territorio nazionale. Tra il 27 e il 28 agosto u.s. i Presidenti degli ordini forensi minori sono stati convocati a Roma d’urgenza dal Presidente del Coordinamento degli Ordini Forensi Minori, avv. Walter Pompeo, per il pomeriggio del 30 agosto successivo.
Nella riunione, abbastanza infuocata, si è appreso con certezza, non solo che il Ministro della Giustizia si apprestava a presentare un “emendamento”, in sede di conversione del decreto legge, con finalità di delegare il Governo a emettere un decreto legislativo per la revisione dei circondari, con conseguente soppressione di molti uffici giudiziari, ma che si era creato uno schieramento trasversale, comprendente forze governative e di opposizione, per cui anche altri parlamentari si accingevano a presentare sub emendamenti aventi lo stesso fine, e addirittura si apprendeva di un emendamento che stabiliva la soppressione secca, a partire dal gennaio 2012, degli uffici giudiziari non aventi sedi nei capoluoghi di provincia, fatta eccezione per Santa Maria Capuavetere e alcuni Tribunali isolani.
Le notizie diffuse dagli organi di informazione nazionali della possibilità di inserire, in sede di conversione del decreto legge del 13 agosto 2011, n.138, un emendamento volto a sopprimere i cosiddetti Tribunali minori, hanno trovato conferma il giorno 1° settembre, in cui si è appreso dell’approvazione in Commissione Bilancio al Senato dell’emendamento presentato dal Ministro della Giustizia il giorno precedente al fine di “riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza”, nonché dell’approvazione di ulteriori sub emendamenti. Il suindicato emendamento presentato dal Ministro della Giustizia sembrerebbe lasciare inalterata la situazione degli attuali circondari in alcuni distretti di Corte di Appello. Non può, comunque, non destare preoccupazione il sopra indicato modo di procedere del Legislatore, finalizzato a un proclamato risparmio – tutto peraltro da verificare, in quanto le cifre di spesa relative ai singoli Tribunali apparse su un quotidiano nazionale sono palesemente non veritiere – piuttosto che a una seria razionalizzazione degli Uffici Giudiziari tesa a rendere efficiente il Servizio Giustizia in favore di tutti i cittadini, senza creare pesanti discriminazioni di carattere territoriale.
Ecco perché, ieri, anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Larino ha inteso lanciare un grido di allarme mediante una deliberazione che, se non avete, Vi metterò a disposizione, e con cui si è chiesto al Governo di ritornare sui propri passi e di affrontare la questione nella giusta considerazione, previa seria e approfondita riflessione sugli obiettivi da raggiungere e sui percorsi da adottare, al di fuori di logiche finanziarie ed emergenziali, mediante un disegno di legge al termine di un confronto con tutti gli addetti al settore, considerato che il problema della Giustizia, attenendo alla stessa tenuta dello stato democratico, è problema di fronte al quale nessuno può, senza assumere pesanti responsabilità, proporre e favorire soluzioni inidonee. Come ho detto, anche se l’emendamento del Ministro della Giustizia sembrerebbe lasciare inalterata la situazione degli attuali circondari in alcuni distretti di Corte di Appello, tra cui quello di Campobasso, ciò non ci mette affatto in una situazione di tranquillità, per due ordini ragioni: perché non sappiamo cosa accadrà poi, una volta che il Governo, o meglio gli uffici del Ministero della Giustizia si appresteranno a predisporre il decreto delegato che potrebbe perfino arrivare a toccare gli attuali distretti di Corte di Appello, pervenendo così ad un eccesso di delega a cui però ormai siamo abituati; perché, al di fuori di campanilismi di cui spesso siamo ingiustamente accusati, siamo preoccupati per la situazione di altri uffici giudiziari: tanto per cominciare quelli del vicino Abruzzo e della Puglia. In definitiva scelte non ponderate e isteriche potrebbero portare alla cancellazione di una serie di Tribunali lasciando scoperto un territorio che si estende da Pescara a Foggia, con effetti devastanti derivanti dalla conseguente eliminazione delle Procure della Repubblica.
Oggi, appreso che il Governo pone la fiducia al Senato sulla legge di conversione del decreto n.138/2011, il grido di allarme diventa un grido di vera e propria protesta nei confronti di un imbarbarimento del modo di legiferare, considerato che è completamente illegittimo sul piano costituzionale inserire, in sede di conversione di un decreto legge di natura finanziaria e nel cui testo non si fa minimamente riferimento alla riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, emendamenti finalizzati a conferire deleghe al Governo, peraltro in una materia così particolare e delicata. In conclusione chiediamo ai parlamentari eletti nel Molise, fino ad oggi tutti rimasti completamente indifferenti a tale problema, di attivarsi immediatamente. E’ un banco di prova che ci dirà se lor signori si fanno vivi solo in prossimità delle elezioni. Da parte nostra, non siamo disposti ad assistere passivamente alla desertificazione del nostro territorio.
Marco D’Errico, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Termoli-Larino