SAN FELICE DEL MOLISE _ Quali sono stati finora i provvedimenti adottati dalla nuova amministrazione comunale di San Felice? Quali sono stati i cambiamenti in positivo per la nostra comunità? Per far tornare i conti, quadrando le entrate con le uscite, basta l’ufficio di ragioneria. Per il buon andamento e la legalità dell’azione amministrativa, basta l’ufficio di segreteria e per la progettazione e la manutenzione del territorio, basta l’ufficio tecnico. E il sindaco nel frattempo cosa fa? Potrebbe occuparsi dell’aspetto più importante, quello politico, definendo una linea di indirizzo, disegnando un progetto concreto per il quale lavorare. Potrebbe pensare ad interventi a carattere sociale, capaci di alleviare le drammatiche conseguenze della politica economica nazionale che – spesso e volentieri – va in soccorso dei più ricchi.
Ma di tutto ciò a San Felice neppure l’ombra. Dopo sei mesi di amministrazione possiamo affermare che il nostro comune potrebbe tranquillamente proseguire la sua attività senza il sindaco. Finora, tra i provvedimenti di interesse comune, spicca l’aumento dell’IMU, voluto dalla maggioranza che, invece, avrebbe fatto bene a ridurla, considerati i tempi che corrono. Ma il nostro sindaco è ligio al dovere ed esegue alla lettera ciò che gli viene imposto dall’alto. Senza tanti scrupoli e senza scomodare il principio di solidarietà a cui dovrebbe ispirarsi. Quando, in sede di consiglio, è stato interrogato sull’opportunità di aumentare l’IMU, chiedendo ulteriori sacrifici alle già impoverite famiglie di San Felice, la risposta è stata che non si poteva fare altrimenti. Peccato che l’alternativa c’era: quella di applicare l’aliquota al minimo e le detrazioni al massimo, evitando così l’ennesimo salasso. Ma il sindaco ha prontamente osservato che in questo modo non avrebbe potuto chiudere il bilancio; e come hanno fatto l’anno scorso, quando l’IMU non era ancora stata inventata? Poi però ha argomentato che l’IMU serve a garantire l’assistenza, ma quale? Non ci risulta che siano stati creati nuovi servizi. La quantità e la qualità delle prestazioni è rimasta invariata.
Per il momento l’unica constatazione possibile è che le entrate servono a finanziare la spesa corrente, quella per il funzionamento ordinario dell’ente. D’accordo, il momento non è economicamente dei più felici e allora ci saremmo accontentati anche dell’ordinaria amministrazione, di quelle piccole cose che servono alla gente per vivere discretamente in un minuscolo centro come il nostro. Il corretto funzionamento dell’illuminazione pubblica rientra tra quelle piccole cose. Poi però di notte ti capita di attraversare contrada Montagna e ti accorgi che il buio regna sovrano. I lampioni svolgono una funzione puramente decorativa, senza illuminare le vie di accesso alle case dei residenti. Sembrerebbe che il sindaco abbia pattuito con la ditta appaltatrice il 3×1: su tre lampioni ne funziona uno, anche se la manutenzione la paghiamo per tutti. La riparazione delle pompe di sollevamento di via Sandro Pertini, sbandierata ad agosto come uno dei traguardi dei primi 100 giorni di amministrazione, resta un miraggio: a metà novembre l’impianto continuava a non funzionare, anche se per la loro sistemazione il comune ha speso ben 1700 euro. Che dire poi del bando per accedere ai benefici per l’acquisto dei libri di testo?
I genitori di studenti e studentesse avrebbero gradito poter usufruire di un’agevolazione economica per far fronte all’ennesima spesa, soprattutto in tempi di pesanti ristrettezze. La Giunta Regionale, infatti, ad agosto ha ripartito i fondi per la fornitura gratuita semigratuita dei libri di testo per le scuole primarie e secondarie, ma il nostro sindaco evidentemente non ha pubblicato il bando necessario per la presentazione della richiesta da parte delle famiglie interessate. In tempi di crisi – si sa – bisogna tagliare e così pur di risparmiare, il sindaco ha pensato di spegnere le luci superflue, quelle del cimitero. Ma a quanto pare i tagli riguardano solo i servizi, perché invece per l’aumento dell’ indennità i fondi ci sono, eccome. Certo, con quel tesoro che hanno trovato nelle casse comunali: oltre 45 mila euro di avanzo di amministrazione dell’anno 2011, a completa disposizione dell’attuale maggioranza, ma generosamente lasciati da quella precedente. Nel bellissimo romanzo Il giorno della civetta, Sciascia divideva l’umanità in uomini, mezz’uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; pochi i mezz’uomini; gli ominicchi: scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi; i pigliainculo: un esercito ed infine i quaquaraquà, la cui vita non ha più senso ed espressione di quella delle anatre. Quale doveroso riconoscimento avrebbe tributato Sciascia alla nostra attuale maggioranza? Ai posteri l’ardua sentenza!
Nicoletta Radatta Capogruppo di Minoranza