“Pericolosi perchè venivano utilizzati o per cateteri venosi o per altri presidi che, per le loro caratteristiche, mettevano a rischio l’incolumità dei degenti ed ecco perchè noi sequestrammo oltre 26 mila prodotti già qualche mese fa – ha proseguito Vaccaro -. Oggi, dopo aver accertato che questi prodotti erano pericolosi, abbiamo chiesto ed ottenuto la misura cautelare per il titolare della ditta che distribuiva. Le ditte i cui nomi venivano spesi per questi prodotti, non c’entrano nulla.
Venivano fatti apparire come provenienti da quella ditta ma in realtà non provenivano. La stessa cosa che ha riguardato il prodotto sanificante per le sale operatorie. Anche in quel caso il prodotto era un prodotto scaduto e la ditta che lo produceva non centrava niente ma era un illecito commesso dal distributore”.
La maxi inchiesta sui presidi sanitari scaduti imbustati con false etichette in un laboratorio di Pescara dall’arrestato insieme al complice, si allarga. E’ intenzione degli inquirenti risalire anche ad eventuali responsabilità all’interno dell’azienda sanitaria.
“Stiamo procedendo per gradi – ha concluso Vaccaro -. La prima cosa è stata togliere i prodotti di mezzo, poi assicurare sul piano cautelare la persona che ritenevamo responsabile di questa distribuzione, il passaggio successivo è approfondire come è stato possibile che dei prodotti falsi e costruiti in maniera così artigianale ed inidonea siano potuti entrare negli ospedali ed anche il prezzo pagato se congruo o poteva essere addirittura relativo a prodotti non idonei. Abbiamo elementi per ritenere che il prezzo fosse addirittura superiore rispetto a quello che doveva essere pagato per dei prodotti idonei”.