A creargli non pochi guai, quelle telefonate con il Provveditore alle Opere Pubbliche di Campania e Molise Mautone nel corso delle quali Di Pietro Junior chiedeva informazioni su lavori e forniture per caserme molisane tra cui la Caserma dei Carabinieri di Termoli e incarichi per professionisti ed amici. Per i magistrati quei rapporti dal “contenuto alquanto ambiguo” così come sono stati riportati dalle informative della Dia, sono stati sufficienti a iscrivere il giovane Di Pietro nel registro degli indagati. E potrebbe non essere Cristiano l’unico esponente dell’Idv a finire coinvolto nel nuovo filone d’inchiesta.Il padre, Antonio Di Pietro è stato interrogato a lungo ieri dai magistrati che seguono l’indagine “Magnanapoli” come persona informata sui fatti. Di Pietro ha però dovuto anche rispondere ad alcune domande particolari come la sua presunta conoscenza dell’indagine segretissima sugli appalti di Napoli ed il conseguente trasferimento di Mautone a Roma.
Su questo punto, piuttosto delicato, sul quale il coordinatore nazionale dell’Idv ha già dato più versioni tentando in prima battuta di rilanciare la questione alle Agenzie di stampa e successivamente parlando di anonimi, questa volta ha dovuto chiarire. Ieri ha dato una terza versione dei fatti: “Quando mi sono insediato al ministero delle Infrastrutture ho costituito una squadretta con compiti di vigilanza e di attività ispettiva interna. Ed è stato proprio il lavoro di questo gruppo a permettermi di avere il sentore che intorno a Mautone vi fosse qualcosa”