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ISERNIA _ L’Istituto Neuromed di Pozzilli, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, ha appena ricevuto un nuovo importante riconoscimento dalla comunità scientifica americana. La Michael J. Fox Foundation (www.michaeljfox.org) ha infatti appena finanziato i ricercatori Neuromed impegnati nello studio di nuove molecole per il trattamento della malattia di Parkinson. La Fondazione Michael J.Fox è la fondazione privata più importante al mondo per i finanziamenti sulla Ricerca sul Parkinson, nata per opera dell’attore Michael J. Fox, affetto da una forma precoce di Parkinson, che lo ha colpito a soli 30 anni. La Fondazione si dedica alla ricerca di una cura di questa patologia allo scopo di riuscire a tradurre le scoperte scientifiche fatte sul campo in cure a beneficio delle circa 6 milioni di persone che oggi convivono con questa malattia.

La Fondazione persegue questo obiettivo attraverso il finanziamento di programmi di Ricerca altamente innovativi e all’IRCCS Neuromed ha appena scelto di erogare un cospicuo finanziamento, in collaborazione con la casa farmaceutica Domain Therapeutics (Illkirch – Francia), per lo Sviluppo preclinico di nuove terapie per la malattia di Parkinson che possono modificare il corso della malattia e migliorare il trattamento dei sintomi al di là delle attuali terapie. “Il nostro Istituto ha l’obiettivo di studiare nuove terapie in grado di modificare il decorso della malattia di Parkinson, la più importante esigenza per i pazienti affetti da questa patologia,” ha dichiarato la Prof.ssa Valeria Bruno, responsabile del progetto di ricerca finanziato dalla Michael J. Fox Foundation.

La malattia di Parkinson è dovuta alla progressiva perdita di cellule cerebrali che producono dopamina. Gli attuali farmaci per la malattia di Parkinson controllano i sintomi motori ma non rallentano la progressione della malattia. Gli studi dell’IRCCS Neuromed sono incentrati su composti che, agendo tramite l’attivazione di particolari recettori (mGlu3), costituiscono una nuova e promettente classe di farmaci che operano con un meccanismo d’azione neuroprotettivo attraverso un aumento dell’espressione del fattore GDNF, una proteina endogena capace di proteggere e promuovere la sopravvivenza dei neuroni dopaminergici.

In aggiunta alla sua robusta attività neuroprotettiva, il GDNF è in grado di migliorare i sintomi motori sia in studi preclinici che in trial clinici. Poiché il GDNF è una proteina relativamente grande, il suo uso clinico è stato limitato. La possibilità di aumentare i livelli striatali di GDNF con un farmaco attivo per via orale potrebbe essere una rivoluzione nel trattamento della malattia di Parkinson, una patologia neurologica cronica e progressiva caratterizzata da diversi sintomi, tra cui tremore a riposo, rigidità a rallentamento dei movimenti e problemi con l’equilibrio e la postura. La malattia di Parkinson è più frequente nelle persone oltre i 60 anni e l’incidenza della malattia è in aumento in rapporto all’aumento dell’età media della popolazione.

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