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Il Pinocchio di Collodi
Il Pinocchio di Collodi
TERMOLI _ La mia lunga vita è segnata da un desiderio cui tengo parecchio: essere Gioia per il mondo. Come? Vorrei scoprirlo insieme a voi in questa modesta rubrica. Non ho difficoltà a rispondervi ogni volta che le vostre domande arriveranno in redazione.

C’era una volta… Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. E’ da 130 anni che le Avventure di Pinocchio di Carlo Lorenzini, detto Collodi, fanno pensare milioni di adolescenti e non solo loro. Il monumento che Ancona 1954, ha eretto a Pinocchio dice: A Pinocchio i bambini dagli 8 agli 80 anni. Pinocchio porta una maschera che descrive capricci adolescenziali e perenni. Essi sono presenti in questo nostro Abruzzo e Molise e fanno pensare. Si tratta di personalità notevoli, laiche e non, che portano una maschera che li aliena dall’umanità vera, quella che lotta, soffre e attende una speranza, da chi dirige o sembra dirigere il mondo. Il clima in Italia e nel Molise si è fatto rovente e le pinocchiate vanno di moda.

Da poco ci sono state le elezioni: la destra era convinta di aver fatto anche troppo per la maschera che ostentava era l’autosufficienza. La sinistra si è lanciata alla riscossa: con la parola cambiamento, sforzandosi di ricompattare le sue fila utilizzando i catto-comunisti. Ebbene è bastato Beppe Grillo, con quattro parolacce ed il suo 5% di elettori a Campobasso, per mettere in crisi a destra ed a sinistra.

Ma del bene comune e delle vere esigenze dei poveri chi si occupa? Ed il clero era bianco: è proprio certo che se non diventa rosso non può essere il verde della speranza? E l’Italia e il Molise di Mario Monti, non hanno forse bisogno di gente creativa, che serva in spirito di umile e concreto servizio? La risposta ai fatti, che citeremo.

Marcello Fidelibus