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TERMOLI – Pongo come doverosa premessa, a scanso di equivoci e strumentalizzazioni, che scrivo queste righe in qualità di cittadina ed insegnante, lasciando fuori qualsiasi ruolo elettorale. Constato con grande stupore che il nostro sindaco in scadenza ha ritenuto opportuno dare ascolto alla richiesta di “un centinaio di cittadini” ed ha dedicato a Don Luigi Giussani lo slargo all’inizio del Paese vecchio: sta evidentemente facendo grandi progressi sulla strada dell’ascolto alla popolazione. Peccato sia la stessa persona che ha buttato nel cestino 3000 (tremila) firme raccolte per chiedere il referendum sul progetto tunnel, e che ne ha impedito la realizzazione per tre anni.
Evidentemente il peso di quei cento e’ maggiore, specie sotto elezioni…
Libero chiunque di chiedere intitolazioni e di veder riconosciuti ruoli, magari con un tempismo meno sospetto; ma indubbiamente la figura di Don Giussani, di per sé valida, è stata purtroppo nel tempo indissolubilmente associata a potentati economici ed azioni politiche spesso non trasparenti, talora coinvolte a livello nazionale in vicende dai pesanti risvolti giudiziari. Ed è identificabile immediatamente con il gruppo che guarda caso era presente in massa all’inaugurazione… oltre a non essere certo una figura in cui si riconoscano tutti i credenti.
Se poi parliamo di pedagogia, è un altro il nome su cui chiunque concorda.
Da credente e praticante, oltre che da insegnante, infatti, ritengo di interpretare il pensiero di molti se dico che volendo esaltare il valore pedagogico di una figura sacerdotale l’unico nome riconosciuto a livello mondiale resta quello di Don Lorenzo Milani, la cui opera ha costituito e costituisce la stella polare di migliaia di docenti in tutta Italia e anche all’estero. La scuola di Barbiana è il modello ideale al quale tantissimi di noi continuano con umiltà e tenacia a guardare.
Non voglio certo suscitare guerre di nomi, e ognuno si sceglie la sua figura ispiratrice: ma che cento persone (su 29000 elettori) rappresentino un campione esaustivo per compiere un atto simbolico così importante come la dedicazione di un luogo mi sembra poco sostenibile.
Magari se si fosse pensato di chiedere ai cittadini, attraverso una veloce consultazione sui media e anche via Internet, sarebbero certamente saltati fuori, oltre a quello di Don Milani, anche altri nomi, luminosi dal punto di vista dell’impegno sociale: che so, Don Andrea Gallo, Padre Davide Maria Turoldo, Don Tonino Bello, Don Primo Mazzolari, Don Pino Puglisi, Don Giuseppe Diana, Monsignor Romero. Figure che ad un alto magistero teologico hanno unito la testimonianza laica della lotta alla mafia e della difesa degli ultimi, pagando spesso con la vita.
Questa dedicazione si va ad aggiungere all’incredibile lista di presenzialismo e attivismo dimostrati dal sindaco negli ultimi giorni, guarda caso da quando si è aperta la campagna elettorale: una surreale girandola pirotecnica a colpi di inaugurazioni, delibere, chiusura di contratti, concertini, bancarelle e palloncini.
Complimenti per l’entusiasmo, sindaco; ma la prossima volta (che mi auguro caldamente non ci sia) veda di interpellare, e ascoltare, TUTTI i cittadini, non solo cento.
Marcella Stumpo, cittadina