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Le “arringhe” dell’accusa e quelle della difesa portate avanti dal penalista di Termoli Domenico Bruno hanno dominato l’udienza “fiume” di oggi. Secondo la difesa, la dose di eroina è stata sniffata dalla ventenne ma non è stata ceduta dall’amico che l’avrebbe solo incontrata casualmente in paese ed accompagna a casa. La giovane morì il giorno successivo, alle 12, per overdose.
Il ragazzo è stato accusato all’epoca di essere stato il responsabile involontario di tale decesso ma il penalista Bruno è riuscito a smontare i capi di imputazione ed a dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti da parte di Nicola Pastò ricostruendo l’intera dinamica dei fatti.