La sentenza è stata emessa nel tardo pomeriggio di oggi dal Tribunale di Larino. Soddisfazione è stata espressa dalla difesa dei due imputati. I familiari di Scala hanno protestato con veemenza davanti l’aula di giustizia, insoddisfatti della sentenza
Il giudice, dopo un’ora e mezzo circa di camera di consiglio e di un’udienza “fiume” iniziata alle 9 del mattino e conclusasi intorno alle 16, ha deciso il “verdetto”. Ha accolto la tesi dei difensori, i penalisti Giorgio Cassotta ed Antonio De Michele sull’insussistenza dell’aggravante della premeditazione dell’omicidio dimezzando quasi la richiesta del Pm Luca Venturi di 30 anni ciascuno.
L’ipotesi dell’assenza della premeditazione nel delitto era stata dimostrata in maniera dettagliata nel corso del rito abbreviato dai due difensori e, dunque, accolta in pieno dal giudice. Cassotta e De Michele, in particolare, avevano effettuato un’analisi precisa sul contenuto dei tabulati telefonici dai quali sarebbe emerso, secondo gli avvocati, con chiarezza che: “non sono stati i due imputati ad invitare Scala all’appuntamento bensì Scala a seguire l’auto con a bordo i due imputati. Questi poi, durante il litigio, lo avrebbero colpito nel corso di una discussione accesa”.
Poco dopo la lettura della sentenza davanti il Tribunale di Giustizia sono andate in scena le proteste della famiglia di Scala in disaccordo con la sentenza del giudice. I genitori della vittima si aspettavano una condanna più aspra in linea con la richiesta del Pm a 30 anni di carcere.
Il giudice ha stabilito una provvisionale risarcitoria in favore della compagna di Raffaele Scala di 50 mila euro ed in favore dei genitori di 100 mila euro. Il magistrato si è riservato 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza.